Musacchio, Cesare: divertente citazione autografa firmata del grande illustratore italiano: 7 righe su di una pgina (21 x 13 cm.) tratta dalla raccolta della contessa Rosa di San Marco: MUSACCHIO. Garantisco autentica la firma suscritta Musacchio. Roma maggio 1923. Lievi fioriture nella parte alta del foglio.
Cesare Annibale Musacchio, (Roma, 10 marzo 1882 – Roma, 8 dicembre 1956), illustratore italiano, nel 1908 si trasferisce a Parigi, dove trascorre alcuni anni, contribuendo in particolare a L’Assiette au beurre. Rientrato a Roma, diviene uno dei principali caricaturisti e silhouettisti del Giornale d’Italia. Musacchio aprì un laboratorio e pubblicò i suoi album e cartoline. È diventato noto all’estero per aver lavorato alla rivista inglese The Studio. Nel 1911 espone nuovamente a Parigi, questa volta presso l’ambasciata italiana come parte della Society of Italian Artists Reunited. Tra il Luglio 1915 e il Settembre 1918 è inviato speciale del Giornale d’Italia come corrispondente di guerra sul fronte. Nel 1931 e poi nel 1933, espose al Salon des humoristes di Parigi.
Contessa Rosa di San Marco nasce nel 1866 con il nome di Celeste Fornelli De La Beurthe De Barail acquisendo il titolo di contessa dopo il matrimonio nel 1892 con il conte Vincenzo Rosa di San Marco, nato a Roma, colonnello del Regio Esercito in servizio alla Direzione Generale d’Artiglieria di Torino. Dalla loro unione nascono fra il 1893 ed il 1900 cinque figli. Con il marito ben introdotto nella casa reale la giovane contessa ha l’onore di ricevere la nomina a dama di corte della Regina Margherita. Di profonda fede religiosa e patriottica, promuove, sostiene e partecipa attivamente a varie istituzioni culturali, benefiche e cattoliche. Novelliera e scrittrice di attualità cura quotidiane rubriche sui giornali cattolici “L’Italia Reale” ed il “Corriere Nazionale”. Già nel giugno 1915 e per tutto il periodo della guerra, pubblica numerosi libretti a tema religioso “Con Dio per la Patria”, nei quali sono inserite diverse preghiere per i soldati da lei ideate. Fra le notizie che rivelano la sua personalità emerge che nel 1928 rimasta vedova, assume la reggenza del Consolato della Repubblica di San Marino a Torino retto fin dal 1920 dal marito, ed in questo periodo compaiono anche numerosi suoi articoli sul giornale “Il Popolo Sammarinese” dedicati alla moralità e patriottismo. La sua attiva vita pubblica si attenua solo negli ultimi anni e muore serenamente a Torino il 12 ottobre 1933 nella sua casa in Via Sagliano 4 che è anche sede del Consolato. Ai funerali sono presenti numerose personalità del mondo aristocratico, cattolico, giornalistico ed è sepolta accanto al marito nella tomba di famiglia nel cimitero monumentale.
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