Bellincioni, Gemma – Benelli, Sem: citazione autografa firmata e datata del soprano italiano Gemma Bellincioni, proveniente dall’album di autografi della contessa Rosa di San Marco: Arte e amore … croce e delizia! 26 giugno 1926, Milano. Al retro del foglio (21 x 13 cm.) vi è una citazione autografa firmata di Sem Benelli tratta dall’atto secondo della commedia “Ali”: Le idee durano più della materia, più dell’Arte! Ben conservati.
Gemma Bellincioni, (Monza, 18 agosto 1864 – Napoli, 23 aprile 1950), soprano italiano, è uno dei più noti soprani del tardo XIX secolo. Emerse per le sue interpretazioni del repertorio veristico italiano e fu particolarmente nota più per le sue capacità di attrice che per la qualità della sua voce.
Sem Benelli (Filettole, 10 agosto 1877 – Zoagli, 18 dicembre 1949) poeta, scrittore e drammaturgo italiano, autore di testi per il teatro e di sceneggiature per il cinema, fu anche autore di libretti d’opera. È stato spesso considerato dalla critica un D’Annunzio in minore, ma il suo talento letterario è stato rivalutato fino a considerarlo come una fra le maggiori espressioni della tragedia moderna. Bennelli ha scritto fra le altre cose La cena delle beffe, tragedia ambientata nella Firenze medicea di Lorenzo il Magnifico, che ebbe un successo clamoroso e tale comunque da consegnare il suo nome alla storia della letteratura. Da questa tragedia fu tratto nel 1941 dal regista Alessandro Blasetti l’omonimo celebre film con Amedeo Nazzari e Clara Calamai. Dalla riduzione del testo a libretto, venne ricavata da Umberto Giordano l’opera omonima andata in scena in prima rappresentazione al Teatro alla Scala di Milano il 20 dicembre 1924.
Contessa Rosa di San Marco nasce nel 1866 con il nome di Celeste Fornelli De La Beurthe De Barail acquisendo il titolo di contessa dopo il matrimonio nel 1892 con il conte Vincenzo Rosa di San Marco, nato a Roma, colonnello del Regio Esercito in servizio alla Direzione Generale d’Artiglieria di Torino. Dalla loro unione nascono fra il 1893 ed il 1900 cinque figli. Con il marito ben introdotto nella casa reale la giovane contessa ha l’onore di ricevere la nomina a dama di corte della Regina Margherita. Di profonda fede religiosa e patriottica, promuove, sostiene e partecipa attivamente a varie istituzioni culturali, benefiche e cattoliche. Novelliera e scrittrice di attualità cura quotidiane rubriche sui giornali cattolici “L’Italia Reale” ed il “Corriere Nazionale”. Già nel giugno 1915 e per tutto il periodo della guerra, pubblica numerosi libretti a tema religioso “Con Dio per la Patria”, nei quali sono inserite diverse preghiere per i soldati da lei ideate. Fra le notizie che rivelano la sua personalità emerge che nel 1928 rimasta vedova, assume la reggenza del Consolato della Repubblica di San Marino a Torino retto fin dal 1920 dal marito, ed in questo periodo compaiono anche numerosi suoi articoli sul giornale “Il Popolo Sammarinese” dedicati alla moralità e patriottismo. La sua attiva vita pubblica si attenua solo negli ultimi anni e muore serenamente a Torino il 12 ottobre 1933 nella sua casa in Via Sagliano 4 che è anche sede del Consolato. Ai funerali sono presenti numerose personalità del mondo aristocratico, cattolico, giornalistico ed è sepolta accanto al marito nella tomba di famiglia nel cimitero monumentale.
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