Eco, Umberto: ironica lettera dattiloscritta firmata con alcuni interventi autografi, indirizzata da Umberto Eco all’amico poeta ed epigrammista Gaio Fratini, che confidenzialmente lo scrittore chiama “Caro concorrente”. Una pagina senza data, ma fine anni Sessanta, a proposito delle violente prese di posizione dei marxisti fortiniani nei confronti di Umberto Eco, seguite probabilmente alla rubrica tenuta dallo scrittore sulla rivista “Verri” intitolata Diario minimo. Nella lettera anche un epigramma di pugno di Eco. Tracce di piegatura rinforzata al retro, ma senza danni o mancanze.
(…) Conosci la rivista “cinese” Quaderni piacentini? Sono dei giovani fortiniani intolleranti che mi attaccano e che stilano bandi di libri da non leggere. Ora ho fatto un epigramma che ti comunico, come si usava tra poeti laureati nei bei tempi antichi:
Pretenziosi e meschini.
Una ragione c’è
per cui sono quaderni Piacentini
e non Le Corbusier.
Detto questo (così a titolo gratuito), per sottrarti alla tua sciagurata agruppicità, tenendo conto del fatto che sulle Ore Dorotee non potrai più epigrammare a ruota libera, ti propongo di nutrire dei tuoi versi malefici, regolarmente, la sezione Diario Minimo del “Verri”. Così, nei giorni dell’ira, verrà scordato che hai definito Sanguineti il Guido da Verona del ‘63. Potrai dire, come l’Ebreo di Malta: “Ho fornicato. Ma fu in un altro paese, e la ragazza è morta” (…)
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