Labriola, Arturo: citazione autografa firmata e datata Roma, 14 giugno 1923. Una pagina (21 x 13 cm.) scritta dal politico ed economista Arturo Labriola, tratta dalla raccolta della contessa Rosa di San Marco: Tutto nel tutto: anche quest’album in una vita serena di candore, e questo rigo d’un irto pubblicista…
Arturo Labriola (Napoli, 21 gennaio 1873 – Napoli, 23 giugno 1959) politico ed economista italiano, pubblicò molti libri di politica, di storia e di economia. Fu agli inizi ispirato dalle teorie di Marx che difese in un primo tempo nell’ambito del dibattito sulla crisi del marxismo, alla fine degli anni 1890. Sotto l’influsso delle teorie economiche marginaliste (Pareto, Pantaleoni), aderì quindi al revisionismo marxista: rimproverò in particolare al marxismo il finalismo hegeliano e la teoria della catastrofe finale. Ma rimase pure critico nei confronti del pensiero liberale, di cui criticava l’eccessivo psicologismo edonista. In economia finì coll’approdare ad una sorta di neo-ricardismo. Tra il 1904 e il 1908 teorizzò il sindacalismo rivoluzionario, e cioè l’idea che la maturazione politica delle masse potesse farsi tramite l’azione diretta dei sindacati che, progressivamente, avrebbero dovuto avvalersi di tutte le funzioni riservate fino allora al partito socialista. La pratica dello sciopero e l’uso ragionato della violenza avrebbero dovuto sfociare nello sciopero generale risolutivo, sostitutivo del colpo di mano rivoluzionario.
Contessa Rosa di San Marco nasce nel 1866 con il nome di Celeste Fornelli De La Beurthe De Barail acquisendo il titolo di contessa dopo il matrimonio nel 1892 con il conte Vincenzo Rosa di San Marco, nato a Roma, colonnello del Regio Esercito in servizio alla Direzione Generale d’Artiglieria di Torino. Dalla loro unione nascono fra il 1893 ed il 1900 cinque figli. Con il marito ben introdotto nella casa reale la giovane contessa ha l’onore di ricevere la nomina a dama di corte della Regina Margherita. Di profonda fede religiosa e patriottica, promuove, sostiene e partecipa attivamente a varie istituzioni culturali, benefiche e cattoliche. Novelliera e scrittrice di attualità cura quotidiane rubriche sui giornali cattolici “L’Italia Reale” ed il “Corriere Nazionale”. Già nel giugno 1915 e per tutto il periodo della guerra, pubblica numerosi libretti a tema religioso “Con Dio per la Patria”, nei quali sono inserite diverse preghiere per i soldati da lei ideate. Fra le notizie che rivelano la sua personalità emerge che nel 1928 rimasta vedova, assume la reggenza del Consolato della Repubblica di San Marino a Torino retto fin dal 1920 dal marito, ed in questo periodo compaiono anche numerosi suoi articoli sul giornale “Il Popolo Sammarinese” dedicati alla moralità e patriottismo. La sua attiva vita pubblica si attenua solo negli ultimi anni e muore serenamente a Torino il 12 ottobre 1933 nella sua casa in Via Sagliano 4 che è anche sede del Consolato. Ai funerali sono presenti numerose personalità del mondo aristocratico, cattolico, giornalistico ed è sepolta accanto al marito nella tomba di famiglia nel cimitero monumentale.
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