Prezzo: euro 80
Autore: Vittorio Emanuele II
Titolo: fotografia

Vittorio Emanuele II di Savoia: fotografia originale in stampa d’epoca: albumina applicata su cartoncino: la fotografia misura 8,5 x 5 cm. Il cartoncino cm. 10 x 6,5 Al retro del cartoncino vi sono, a stampa, le indicazioni del fotografo francese André-Adolphe-Eugène Disdéri. Il celebre scatto risale al 1861. La fotografia, nitida e ben contrastata, è in ottimo stato di conservazione.

Vittorio Emanuele II di Savoia (Torino, 1820 – Roma, 1878). Il Padre della Patria, soprannominato anche re galantuomo, combatté nella prima guerra d’indipendenza e divenne re in seguito all’abdicazione del padre dopo la sconfitta di Novara del 23 marzo 1849, dovendo affrontare le trattative per l’armistizio di Vignale. Nel 1852 assegnò la presidenza del Consiglio a Cavour, col quale i rapporti non furono privi di contrasti. Entrambi però furono favorevoli alla partecipazione del Piemonte alla guerra di Crimea nel 1855. I successivi patti di Plombières stabilirono la cessione di Nizza e della Savoia alla Francia in cambio dell’aiuto contro l’Austria, per la creazione di un regno sabaudo nell’alta Italia; ma con un celebre discorso del gennaio 1859 il re affermò di non essere insensibile al grido di dolore che giungeva al Piemonte da tutta Italia. A capo dell’esercito sardo nella seconda guerra d’indipendenza, l’8 giugno 1859 entrò con il re di Francia Napoleone III in una Milano abbandonata dagli austriaci. Dopo i patti di Villafranca, i dissapori con Cavour, contrario all’armistizio, spinsero quest’ultimo alle dimissioni. Scorgendo nell’impresa di Garibaldi la possibilità di compiere senza compromettersi il programma unitario, Vittorio Emanuele non ostacolò la spedizione dei Mille e in suo nome avvenne la conquista del Regno delle Due Sicilie, grazie al proclama di Salemi del 14 maggio 1860. Il 17 marzo 1861 fu proclamato re d’Italia per grazia di Dio e volontà della nazione, non assumendo il titolo di primo re d’Italia per sottolineare la continuità dinastica con il passato. Nel 1865, come stabilito dalla Convenzione di settembre con la Francia, si trasferì da Torino nella nuova capitale Firenze; l’anno successivo la terza guerra d’indipendenza gli permise di entrare a Venezia sancendo l’annessione del Veneto all’Italia. Dopo avere tentato invano di risolvere la crisi col papa Pio IX, accolse con favore la presa di Roma (20 settembre 1870). Nei primi anni Settanta gettò le basi della Triplice Alleanza con Germania e Austria. Morì lasciando al trono il figlio Umberto.

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