Leopardi, Giacomo – Enotrio, Pugliese: La ginestra, Verona, Franco Riva, 1963, 37,5 x 28 cm. Brossura editoriale color panna con velina editoriale; pagine 27, (7) impresse a mano su carta a tino di Fabriano in carattere Bodoni Antiqua tondo c. 14. Con 2 acqueforti a foglio intero di Enotrio Pugliese firmate e datate (1964) a matita nel testo (21 x 15,5 cm. la misura della battuta della lastra). Cofanetto color panna con qualche traccia d‘uso. Collana “I Poeti Illustrati” 27. Tiratura di 150 esemplari numerati. Dedica autografa di Enotrio firmata papà indirizzata alla figlia Nadia: gennaio 1964. Ben conservato.
La Ginestra è l’ultimo canto composto da Giacomo Leopardi e in esso egli consegna ai lettori le conclusioni cui è giunto. Alla filosofia spiritualistica ed in genere agli ideali e alle vane illusioni cui l’uomo del suo tempo pareva volgersi per negarsi alla realtà della condizione umana, il poeta contrappone un sentimento di fratellanza e stoica sopportazione nei confronti di una natura che sentiva “matrigna”. Il Vesuvio, un tempo verde e fiorente, diviene quindi il simbolo della natura apparentemente benigna che, all’improvviso, spazza via ogni cosa con la sua furia, compreso l’uomo e tutte le sue illusioni. In tale terreno avverso riesce tuttavia a vivere l’odorata e lenta ginestra, che Leopardi propone a simbolo dell’ eroica tenacia nel deserto dell’esistenza. L’uomo deve essere capace di reagire alle avversità dell’esistenza come la ginestra, che si piega alla violenza della natura, ma sa reagire e ricrescere.
Enotrio Pugliese (1920-1989), nato a Buenos Aires da emigranti calabresi e rientrato in Italia nel 1926, fu particolarmente attento alle cause che spingevano migliaia di persone a tentare la fortuna in terre lontane. Nella sua opera, pittorica e d’incisione, è stato sensibile interprete delle bellezze naturali ma anche della miseria e delle speranze della Calabria, alla quale rimase molto legato per tutta la vita.
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