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Autore: Sciascia, Leonardo
Titolo: Il giorno della civetta
Editore: Einaudi
Data: 1961

Sciascia, Leonardo: Il giorno della civetta, Torino, Einaudi, 1961, 19,5 x 13 cm. Cartone editoriale illustrato con dorso in tela editoriale, velina editoriale e la rara fascetta conservata; pp. 136, (4). Esemplare assai fresco, compatto, in ottimo stato di conservazione. Edizione originale.

Il giorno della civetta è la prima opera letteraria in cui viene esplicitamente affrontato il tema della mafia. È un romanzo breve – o un racconto lungo – composto di diciassette parti non numerate. In La Sicilia come metafora, Sciascia afferma: Il giorno della civetta mi è stato ispirato dall’assassinio a opera della mafia, a Sciacca, del sindacalista comunista Miraglia. Il titolo è tratto dall’Enrico VI di Shakespeare, un cui passo fa da epigrafe al romanzo: … come la civetta quando di giorno compare. Il personaggio del capitano Bellodi – il cui nome di battesimo non è mai indicato – è ispirato al maggiore e poi generale dei Carabinieri Renato Candida, alla cui memoria Sciascia dedicò un commosso ricordo su “La Stampa” dell’11 novembre 1988, un mese dopo la scomparsa dell’ufficiale. Nelle pagine finali del racconto, Sciascia fa dire al dottor Brescianelli, medico parmense amico di Bellodi: Forse tutta l’Italia va diventando Sicilia… A me è venuta una fantasia, leggendo sui giornali gli scandali di quel governo regionale: gli scienziati dicono che la linea della palma, cioè il clima che è propizio alla vegetazione della palma, viene su, verso il nord, di cinquecento metri, mi pare, ogni anno… La linea della palma… Io invece dico: la linea del caffè ristretto, del caffè concentrato… E sale come l’ago di mercurio di un termometro, questa linea della palma, del caffè forte, degli scandali: su su per l’Italia, ed è già oltre Roma. In un articolo comparso sul “Corriere della Sera” del 19 settembre 1982, dal titolo redazionale Mafia: così è (anche se non vi pare), Sciascia scrisse tra l’altro: Non c’è nulla che mi infastidisca quanto l’essere considerato un esperto di mafia o, come oggi si usa dire, un ‘mafiologo’. Sono semplicemente uno che è nato, è vissuto e vive in un paese della Sicilia occidentale e ha sempre cercato di capire la realtà che lo circonda, gli avvenimenti, le persone. Sono un esperto di mafia così come lo sono in fatto di agricoltura, di emigrazione, di tradizioni popolari, di zolfara: a livello delle cose viste e sentite, delle cose vissute e in parte sofferte…

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