Parent, Claude: 6 fotografie originali di grande formato (40 x 30 cm.) nelle quali è ritratto l’architetto Claude Parent durante l’allestimento del padiglione francese alla Biennale di Venezia del 1970. Gelatine ai sali d’argento su carta baritata lucida, in stampa d’epoca. Al retro timbro a tampone blu del fotografo Renato Calò di Milano. Un po’ ondulate ma ben conservate.
Renato Calò muove i primi passi come fotografo nel 1959, prima con Gianni Berengo Gardin che sostituisce nel 1965 presso lo studio pubblicitario Pianon a Venezia; lavora poi durante gli anni ’70 come assistente per Olivero Toscani e Ugo Mulas. Il suo studio a Milano opera principalmente nel mondo della moda. Collabora con le testate più prestigiose dell’epoca tra cui Grazia, Harper’s Bazaar, Panorama, Play Boy, Vogue.
L’allestimento del padiglione francese alla Biennale di Venezia suscitò non poca curiosità: era un ambiente caratterizzato da un paesaggio alieno di rampe e soffitti spioventi, un po “dottor Caligari”, un po’ nave da crociera affondata, un po’ astronave. L’interno del padiglione con il suo soffitto riempito di griglie per i neon, i suoi piani inclinati e le superfici disorientanti, ha dato un assaggio impressionante dello strano mondo di Claude Parent. Claude Parent è sempre stato considerato una figura anticonformista nel settore dell’architettura; membro della Académie des Beaux-Arts, un tempo allievo di Le Corbusier, era il sostenitore e il teorico della “funzione obliqua”, che aveva formulato con il filosofo Paul Virilio. Per tutta la sua carriera, è stato impegnato nel ripensare e, di fatto, cambiare il modo in cui gli esseri umani vivono – creando situazioni di grande squilibrio – e quindi rendendoli consapevoli del proprio modo di essere. Autore di un’opera costruita limitata, ma estremamente influente – dalla maison Drusch alla chiesa di Sainte-Bernadette a Nevers e al centro commerciale a Sens – Parent ha contribuito a definire l’attività dell’architetto attraverso i suoi scritti e i suoi disegni dedicati ai movimenti delle popolazioni, alle strutture del nostro mondo, per ampliare la riflessione sul futuro della vita umana sulla terra. Molto interessante è la sua vicinanza con gli artisti, tra tutti Yves Klein, dalla cui collaborazione è nata L’architecture de l’air. Di grande attualità il suo progetto urbano realizzato dal 1972 al 1973: una campagna di affissione urbana in quattro zone strategiche della città di Parigi. Attraverso disegni e slogan, Parent voleva entrare nella vita quotidiana dell’uomo della strada per comunicargli la sua visione dell’architettura e coinvolgerlo nel dibattito sulle possibili evoluzioni della città nel prossimo futuro.Attraverso un dispositivo semplice e diretto di contaminazione dello spazio urbano, i muri cittadini si offrivano come finestre per nuove modalità di utilizzo del luogo pubblico, rivolte apertamente agli abitanti per proporre nuovi modi di vivere insieme.
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