Thayaht, Ernesto: Ernesto Thayaht scultore pittore orafo. Presentato da Antonio Maraini e da F. T. Marinetti, Firenze, Edizioni Giannini, 1932, 24,5 x 17 cm. Brossura editoriale beige stampata in verde ai piatti, fascetta editoriale, 1 carta, pp. (4), 40, (4), 1 carta; con 32 riproduzioni fotografiche di opere di Thayaht [E. Michaelles] e due ritratti fotografici n.t. Esemplare allo stato di nuovo. Edizione originale.
Dal 1929 Thayaht pubblica i suoi disegni su “Moda”, rivista ufficiale della Federazione Nazionale Fascista Industria dell’Abbigliamento e nello stesso anno, in maggio, viene presentato a Filippo Tommaso Marinetti da Primo Conti. È lo stesso Marinetti che, entusiasmato da alcuni dei suoi lavori tra cui l’effigie in ferro acciaioso del Duce, “Dux”, lo presenta a Mussolini che lo riceve poco dopo. Nell’occasione Thayaht donerà al Duce la scultura, la quale, in origine, si trattava di un tentativo di raffigurazione dell’effigie umana nel modo più sintetico possibile, ma l’enorme somiglianza della scultura al Duce portò l’artista a riconsiderare il soggetto. Nell’ottobre dello stesso anno si presenta alla mostra “Trentatré Futuristi”, presso la Galleria Pesaro di Milano con tre sculture e quindici dipinti. Nel 1930 partecipa all’Esposizione Internazionale di Barcellona, che gli vale la vittoria della medaglia d’oro per la creazione della “thayahttite”, una lega d’alluminio da lui brevettata. Nel frattempo è invitato alla XII Biennale Internazionale d’Arte di Venezia, dove espone nella sala futurista sei sculture. Partecipa, inoltre, alla mostra internazionale dell’Orafo, dove presenta una vetrina con gioielli in lega d’argento ed acciaio. Nel 1931 viene invitato alla I Quadriennale d’arte Nazionale di Roma e nel febbraio organizza con l’amico pittore Antonio Marasco la mostra Futurista di pittura, scultura aeropittura ed arti decorative presso la Galleria d’Arte Firenze, introdotta in catalogo da Marinetti. Nello stesso anno con il fratello Ruggero cura la stesura di un documento di architettura funzionale “Brevetto per Casolaria – Le case in serie”. Inoltre discute con Ezra Pound della scultura futurista indicando nella traiettiva una nuova formula per rappresentare in tre dimensioni i solidi in movimento. Nel 1932 viene nuovamente invitato alla Biennale Internazionale d’Arte di Venezia. Elabora, inoltre, insieme al fratello, il Manifesto per la trasformazione dell’abito maschile.
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