Benni, Stefano: Blues in sedici. Ballata della città dolente, Milano, Feltrinelli, 1998, 19,5 x 12,5 cm. Brossura editoriale; pp. 58, (6). Alla prima carta bianca dedica autografa firmata di Stefano Benni a Gaia, accompagnata da un disegno dello stesso Benni raffigurante una balena. Edizione originale.
Due movimenti, surreale malinconia dei versi, ritorno delle voci. Una forte componente sonora, ritmica, pervade dei versi che di fatto erano stati concepiti per la lettura in pubblico, e con accompagnamento musicale di Paolo Damiani. E se la cronaca narrata è realmente accaduta, si tratta di avvenimenti di cronaca avvenuti in Italia nel corso degli anni Ottanta, ecco che in quel senso di sospensione finale, nelle pieghe dei versi, si nasconde una significato sempre attuale. Si insinuano la speranza, l’umana sopravvivenza, tutte quelle sfaccettature dell’animo umano, quei germogli emotivi e le pulsioni che Benni sa cogliere, ritrarre poiché li ha ascoltati quei personaggi che entrano in scena, si susseguono con le loro parole che hanno tutte uguale misura, importanza, stesso ruolo nel significare e raccontare la propria versione dei fatti.
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