Bontempelli, Massimo: Stato di grazia, Roma, Quaderni di Novissima, 1934, 26,5 x 20 cm. Brossura editoriale con alette; pp. 118, (6). Fioriture marginali sparse in diverse pagine causate dalla qualità della carta, come in tutti gli esemplari di questa collana. Uno dei 12 esemplari su carta “Umbria” numerati dal I al XII per l’autore e i sottoscrittori all’intera serie, su una tiratura complessiva di 148 esemplari. Edizione rivista di questi racconti pubblicati per la prima volta nel 1930 ma in una veste tipografica e con una curatela che molto dispiacque all’autore. Rara edizione.
Il libro si chiama “Stato di grazia”, non già perché tale è il titolo del primo di questi scritti, ma per due altre ragioni non meno superficiali. L una: per tentare siffatte “interpretazioni” talvolta rare e a prima vista fredde ma in realtà molto semplici e accorate, di cose e aspetti comuni e generali della vita, occorre trovarsi in particolari condizioni di “doppia vita”, in una sincerità elementare e ingenuità, che appunto può esser chiamata “stato di grazia”. L’altra: in corrispondente stato di sincerità e abbandonata ingenuità deve mettersi il lettore per avere qualche piacere e utile da scritti di questo genere; i quali altrimenti potranno sembrargli puri e semplici, e alquanto vili, divertimenti dell’intelletto. Bene inteso: se il lettore, cominciando a leggere, non entra nel voluto stato di grazia, la colpa non è sua ma dell’autore che non riesce a trascinarvelo. Pur che si dica di lettori con un certo menomo di predisposizione: il libro è ab origine inibito ai sordi e ai filistei. (Massimo Bontempelli)
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