Corso, Gregory: Egyptian Cross, New York, The Phoenix Book Shop, 1971, 14,5 x 18,5 cm. Brossura editoriale; pp. 20. Tiratura di 126 esemplari. Firma autografa di Corso al colophon. Esemplare allo stato di nuovo. Edizione originale.
Nato e cresciuto a New York da genitori italiani, Corso si avvicinò alla cultura ed alla letteratura nel periodo in cui entrava ed usciva dal riformatorio …era leggendo Shelley in un carcere minorile che aveva cominciato a scrivere poesie, a sognare la Bellezza con la B maiuscola, a immaginare mondi stellati non legati ai fili della logica inesplicabili. Di Gregory Corso, la scrittrice Fernanda Pivano disse: insolente al di là del sopportabile e strafottente nella più assoluta imprevedibilità qualunque cosa abbia detto o scritto ha sempre rivelato il dono di non dire mai una sciocchezza. Diceva di lui Jack Kerouac: Gregory era un ragazzino duro dei quartieri bassi che crebbe come un angelo sui tetti e che cantava canzoni italiane con la stessa dolcezza di Caruso e Sinatra. Ecco cosa scrive Gregory Corso di sè: Mi capitò in gioventù, a 12 anni in riformatorio … ci rimasi cinque mesi niente aria, niente latte, e la maggioranza erano negri e odiavano i bianchi approfittando terribilmente di me… ed io ero veramente come un angelo allora perché quando mi picchiavano e mi buttavano piscia nella cella, il giorno dopo venivo fuori e gli raccontavo il mio bel sogno di una ragazza che volava e scendeva davanti a un pozzo profondo e si metteva a guardare. Vi dico questo perché penso che sia la prima volta che abbia mai sentito l’orrore di quel Gregory dodicenne. Ora voglio combatterlo, allora non potevo, perché ero sincero e poi, in qualche modo, per strada, ho perso quel Gregory… (da The New American poetry 1945-1960). Incarcerato nella prigione di Stato di Clinton come scassinatore nel 1947, Gregory Corso iniziò a scrivere poesie: … al mio diciassettesimo anno quando rubai e presi tre anni alla prigione di Clinton dove un vecchio mi passò I fratelli Karamazov, Les miserables, Il rosso e il nero e così imparai e fui libero di pensare e sentire e scrivere (…) uscii a 20 anni, colto e innamorato di Chatterton, Marlowe e Shelley… Rimesso in libertà nel 1950, tornò a New York e qui incontrò Allen Ginsberg in un bar nel Greenwich Village (the Pony Stable). Subito colpito dalle sue poesie, Ginsberg presentò Corso agli altri membri della scena letteraria beat e lo aiutò a trovare un editore. Corso visse a lungo in Europa, trascorrendo quasi un decennio (1957- 66) a Parigi, sovente nel “Beat Hotel” del Quartiere Latino, in cui risiedettero anche Ginsberg, Peter Orlovsky e William Burroughs. Negli anni 1970 e 1980 fu spesso in Italia, soprattutto a Roma, tenendo letture, a volte con accompagnamento musicale. Le ceneri di Gregory Corso sono conservate a Roma nel cimitero acattolico di Testaccio, vicino alla tomba di Shelley, poeta al quale si è spesso ispirato.
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