D’Annunzio, Gabriele: Per Giovani Randaccio. Sulla tomba di un eroe del Carso, senza dati tipografici, in fine: 29 esemplari numerati stampati il 15 giugno 1917, 22 x 14 cm. Brossura editoriale di color marrone al cui interno sono contenuti 20 pagine stampate su fogli di carta uso mano di misura irregolare, in barbe. Orazione funebre recitata la mattina del 30 maggio 1917 nel cimitero di Monfalcone, ristampata nel “Corriere della Sera” del 7 giugno 1917 col titolo “Sulla tomba di un eroe del Carso”. Edizione originale, eccessivamente rara, sconosciuta anche al Guabello.
La “Randaccio” di Milano fu la seconda squadriglia d’azione del fascismo italiano e col termine di “Randaccini” vennero individuati i suoi iscritti. Giovanni Randaccio fu uno dei più grandi eroi della prima Guerra Mondiale e scrisse pagine di valore imperituro. Nel novembre 1916 incontrò Gabriele D’Annunzio nell’offensiva del Veliki e del Fajti, ove rimase ferito gravemente in un’eroica azione. Il 27 maggio 1917, in un assalto alle foci del Timavo, cadde colpito da una raffica di mitragliatrice. Gabriele D’Annunzio era rimasto impressionato dalla fama di questo soldato che sapeva galvanizzare i suoi tanto da condurli nelle più rischiose imprese. Desiderando pertanto conoscerlo, salì sul Veliki portando con sè la bandiera tricolore di seta che gli era stata data da Olga Brunner Levi. D’Annunzio arrivò in mezzo ai fanti del “Toscana” mentre erano lanciati all’assalto, allora dispiegò la bandiera e la diede al capitano Randaccio che, alla testa dei suoi soldati, assalì il dosso Faiti riuscendo a conquistarlo. Pure D’Annunzio durante l’azione seguì Randaccio da vicino, tanto che entrambi furono colpiti da piccole schegge di una granata. Per questa azione Randaccio fu promosso Maggiore e D’Annunzio ricevette i gradi di Capitano. Fra Randaccio e D’Annunzio sorse un’intensa amicizia che terminerà solo con la morte del primo. Il 30 giugno, la salma di Randaccio, eroe decorato di tre medaglie d’argento, di una d’oro nonché di altre francesi ed inglesi, fu trasportata, accompagnata da D’Annunzio, nel cimitero degli eroi di Aquileia. A Fiume, durante l’epopea dannunziana, il Comandante formerà, in memoria dell’amico caduto, il Battaglione G. Randaccio.
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