Nosari, Adone: Il Re, Roma, Partenia, 1946, 19,5 x 12 cm. Brossura editoriale con sovracoperta; pp. 153, (1). Dedica autografa firmata e datata (1946) di Nosari a Renato Angiolillo, direttore del “tempo”. Edizione originale.
Il suo romanzo d’esordio fu La fine di un sogno pubblicato a Mantova nel 1901 per poi passare alla scrittura di novelle con la pubblicazione di Scialletto nero nel 1903 e alla poesia dialettale con Il canzoniere Mantovano stampato nel 1906 e molto apprezzato dal Pascoli. Pregevole narratore che ha affrontato anche il tema del romanzo storico con Elena Tindaride o la guerra di Troia che vinse un premio all’Accademia d’Italia. Appassionato agitatore anarco-socialista passò poi alla fase interventista che lo porterà a partire volontario per il fronte della prima guerra mondiale. Arruolato quale ufficiale nel 1° Reggimento Genio zappatori raggiungerà il fronte del Col di Lana nel marzo del 1916 inquadrato nella 62ª compagnia dove si meriterà una medaglia di bronzo al valor militare. Terminata la grande guerra scriverà Teo, il romanzo del Col di Lana in cui narrò la sua esperienza di guerra sotto forma di romanzo. Opera che fu pubblicata nel 1919 ed il cui ricavato sarebbe stato devoluto per la raccolta fondi per la realizzazione del Sacrario Militare di Pian di Salesei. Adone sperimentò altre tecniche di scrittura come il racconto realista, l’affresco di costume anche in forma epistolare, il romanzo d’avventura, il genere giallo e quello fantapolitico fino ad arrivare al suo capolavoro, il romanzo corale scritto nel 1926, Gran Mondo, ambientato a Gonzaga nel 1870 fino alla fine del secolo. Altra passione di Adone era quella per il giornalismo. Dapprima sui fogli socialisti e poi fu redattore per la “Tribuna”, “L’Idea Nazionale” ed il “Giornale d’Italia”. Collaborò anche con l’“Illustrazione Italiana” e fu inviato speciale che seguì la prima trasvolata atlantica di Italo Balbo. Aderì al fascismo ed all’opzione monarchica dopo la caduta del regime. Giornalista e romanziere di fama in vita che rappresenta un caso tipico e non infrequente di oblio assoluto, dopo la morte, nel panorama della nostra storia letteraria. Adone si spense a Mendoza, in Argentina, nel 1957.
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