Patti, Ercole: Quartieri alti, Roma, Edizioni Roma, 1940, 20 x 14 cm. Brossura editoriale illustrata da Amerigo Bartoli; pp. 160, (8). Esemplare allo stato di nuovo. Edizione originale.
Fu critico, romanziere, inviato, sceneggiatore, drammaturgo e persino paroliere. Nel 1940 Patti pubblicò Quartieri Alti, con il quale arriva la notorietà: una raccolta di schizzi su personaggi della Roma ricca e svogliata, raffinata fino a diventare insopportabile. Una vena questa, che lo scrittore aveva alimentato negli anni in cui, con lo pseudonimo di Signor Pott, aveva tenuto una rubrica di satira sul «Tevere», rivista alla quale collaboravano anche Vittorini e Brancati, grande amico di Patti. Il libro ebbe successo, e lo scrittore fu invitato a scrivere per il cinema. Collabora con Ugo Betti, Vincenzo Talarico, Cesare Zavattini, ma il 10 ottobre del 1943 venne arrestato e condotto a Regina Coeli. Le ragioni non furono mai chiarite, ma il pettegolezzo dice che Alessandro Pavolini volle far vendetta della povera Doris Duranti, attrice e amante del ministro del Minculpop, maltrattata a suo tempo da Patti nella sua rubrica di cinema. A Regina Coeli, lo scrittore conobbe, tra gli altri, Giuseppe Saragat. Tre mesi dopo viene trasferito a San Gregorio al Celio, prigione di lusso per detenuti eccellenti. «Era una delle più strane prigioni che immaginar si possono. Cameriere vestite di nero con grembiulini bianchi e crestine bianche fra i capelli, servivano a tavola e rifacevano le stanze. Ogni mattina in un quadretto ricoperto da vetro veniva affisso il menù della giornata scritto a macchina a caratteri rossi e blu». Una specie di albergo, dove i detenuti potevano ricever visite e passavano il tempo giocando a poker, uomini e donne in compagnia.
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