Pivano, Fernanda: I miei quadrifogli. Prefazione di Jovanotti, Milano, Frassinelli, 2000, 24,5 x 17 cm. Brossura editoriale con sovracoperta, pp. 218, (2) con molte illustrazioni nel testo. Sentita dedica autografa firmata accompagnata dal disegno di un piccolo fiore di Fernanda Pivano a Carlo Ripa di Meana: Caro onorevole Ripa di Meana dolcissimo Carlo aristocratico protettore dei miei sogni lontani vorrei poterti dare tutti i quadrifogli del pianeta perché ti voglio bene… Edizione originale.
La Fernanda è un po’ il nostro Yoda, il maestro jedi di noialtri aspiranti Luke Skywalker che dobbiamo sconfiggere la Morte Nera, e come Yoda ci ricorda che la Forza è con noi… Jovanotti
Traduttrice, scrittrice, saggista, critica letteraria, Fernanda Pivano sfugge a ogni classificazione che la chiuda in un ruolo solo. La sua missione volta alla conoscenza, alla scoperta, alla promozione della letteratura e della cultura americana in Italia e in Europa dura quasi un secolo. Classe 1917, genovese di nascita e torinese d’adozione, Fernanda Pivano scopre la letteratura americana da adolescente grazie a Cesare Pavese, suo insegnante di letteratura comparata al liceo classico Massimo d’Azeglio di Torino. In epoca fascista traduce di nascosto L’antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters che Pavese stesso fa pubblicare da Einaudi. Nel 1943 è la volta di Addio alle armi di Ernest Hemingway, lettura ancora vietata in Italia per via della dittatura fascista. Per questa traduzione viene arrestata dalle SS naziste. La vicenda incuriosisce Hemingway, che durante un soggiorno a Cortina, la vuole incontrare. È l’inizio di una lunga e duratura amicizia, che fa di Nanda la traduttrice ufficiale di Hemingway e che dà inizio alla sua lunga storia d’amore con la cultura d’oltreoceano. Nel 1956 Fernanda Pivano fa il suo primo viaggio negli Stati Uniti ed entra in contatto con l’allora nascente Beat Generation, diventando nel tempo amica, traduttrice, sostenitrice di tutti i suoi componenti, da Allen Ginsberg a Jack Kerouac, da Gregory Corso a Lawrence Ferlinghetti. Voce italiana della nuova America, sostenitrice di una letteratura libera da schemi accademici e appassionata di una cultura attenta alle rivoluzioni individuali, Fernanda Pivano negli anni Sessanta traduce, promuove e diffonde in Italia la cultura beat, parla di Bob Dylan come di un nuovo poeta, diventa un mito per un’intera generazione. Instancabile ricercatrice di nuovi talenti letterari negli anni ottanta promuove Jay McInerny, Erica Jong, Bret Easton Ellis, le nuove leve della letteratura americana. Un amore per la letteratura e la poesia senza confini il suo, che si espande fino alla musica. Di Fabrizio de André dice che è il più grande poeta italiano degli ultimi cinquant’anni. Amata dai giovani fino agli ultimi anni della sua vita coltiva un rapporto d’amore e devozione con le nuove generazioni diventando amica dei più rivoluzionari cantautori del nostro panorama musicale, da Vinicio Capossela a Jovanotti, da Morgan a Vasco Rossi. Fernanda Pivano ha attraversato un secolo, ne ha raccontato i cambiamenti, ha aperto il nostro sguardo alla realtà d’oltreoceano, ha sfidato le istituzioni promuovendo ogni forma d’arte e di comunicazione di controcultura. Ha dato così vita alla più grande rivoluzione letteraria e culturale del nostro Paese: ha scoperto l’America.
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