Prezzolini, Giuseppe: Codice della vita italiana, Firenze, La Voce, 1921, 19,5 x 14 cm. Brossura editoriale; pp. 60, (8). Minime e lievi tracce d’uso vicino al dorso. Esemplare in eccellente stato di conservazione. Edizione originale.
Un Prezzolini caustico, feroce e disincantato scrisse nel 1921 queste riflessioni che si rivelano oggi di drammatica attualità. Cento aforismi che coprono lo spazio di tutti i vizi e le virtù italiane, l’indulgenza ironica di cui troppi si sono fatti portavoce. Dalla distinzione effettuata nel primo pensiero, “I cittadini italiani si dividono in due categorie: i furbi e i fessi”, Prezzolini affronta, sempre in pochissime parole, i temi della giustizia, del governo, della famiglia, delle leggi, dell’ideale, del guadagno. Il primo fascismo discusse allora se sequestrare il libretto o dare una lezione all’autore.
Cap. VIII: Dell’ideale. C’è un ideale assai diffuso in Italia: guadagnar molto faticando poco. Quando questo è irrealizzabile, subentra un sottoideale: guadagnar poco faticando meno. (Giuseppe Prezzolini: Codice della vita italiana)
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