Risi, Nelo: Polso teso, Milano, Mondadori, 1973, 20 x 13 cm. Brossura editoriale con sovracoperta; pp. 112, (8). Dedica autografa firmata e datata (1973) di Risi allo scrittore critico letterario Enzo Golino. Seconda edizione notevolmente riveduta e ampliata rispetto alla prima del 1956. Bell’esemplare.
Vent’anni ormai mi dividono dalla nascita parigina del libro, addirittura trenta per quella sezione che porta il titolo, dopo imposto, le “Vacche magre” che contiene poesie di una precedente raccolta; un intervallo tale da mettere alla prova questi versi. Rileggendoli ho cercato di comportarmi come il postero di me stesso; l’occhio attento al meglio, ho soppresso alcuni testi, ne ho scritti altri pochi, ho corretto dei versi, ho mutato una parola o un ritmo interno, ho alleggerito qua e là punteggiatura: insomma un lavoro di varianti doveroso a distanza di anni, anche se non ho voluto lasciarmi prendere troppo dal gusto del restauro (…) Fisicità che condurrà verso un’arte che si prefigge una biologizzazione dell’esistente, un vedere la scrittura con l’occhio del medico o con l’occhio del biologo, come in Benn, meglio ancora come in Musil che conduce alla fine dell’uomo che non parla più. Monologismo lirico che non attende risposta. C’è una mentalità tecnica da medico in quel “Polso teso” che ho sempre sentito iperemico, un di più di pressione sanguigna (…) nel mio scrivere in versi devono ancora essere rintracciabili dei potenziali chimici espressi nei cromosomi di mio padre: questa eredità biologica naturalmente non presumo che abbia una dominante, piuttosto un carattere recessivo intermedio o parziale come accade con l’età nel colore dei capelli, non come legge dell’eredità, piuttosto come fenomeno fisiologico. “Medicina” era per me un supporto prezioso di conoscenze, pur nella rinuncia della professione, che doveva aiutarmi a capire e interpretare le realtà in aree geografiche altrimenti estranee alla vita interiore (…) Nelo Risi (…) L’arte poetica di Risi, i caratteri di una poesia che aspira alla tensione, alla semplificazione del mezzo espressivo e alla nuda sostanza di un sentimento che non è mai distaccato dalla riflessione. Si potrebbe credere a prima vista che Risi sia uno di quei poeti che partono dallo zero, facendo tabula rasa della loro cultura (…) Eugenio Montale
Richiedi Informazioni