Prezzo: euro 200
Autore: Ungaretti, Giuseppe
Titolo: Taccuino del vecchio
Editore: Mondadori
Data: 1960

Ungaretti, Giuseppe: Il taccuino del vecchio. Con testimonianze di amici stranieri del poeta raccolte a cura di Leone Piccioni e uno scritto introduttivo di Jean Paulhan, Milano, Mondadori, 1960, 23,5 x 16 cm. Brossura editoriale con sovracoperta incamiciata; pp. 148. Tiratura di 1.000 esemplari non numerati (nostro) + 170 esemplari numerati. Significativa dedica autografa firmata e datata (1960) di Giuseppe Ungaretti al pittore Carlo Quaglia. Qualche minima macchiolina ai margini della copertina, ma ben conservato. Edizione originale.

In occasione dei suoi ottant’anni Ungaretti pubblicò nel 1960 presso Mondadori le poesie del Taccuino del vecchio con una importante appendice di testimonianze di amici stranieri con uno scritto introduttivo di Jean Paulhan: in tutto 54 testimonianze per lo più di autori francesi con alcune brevi comunicazioni o anche lunghi saggi critici. Paulhan ci dice tra l’altro che in ogni pagina d’Ungaretti sente Leopardi e più ancora Rimbaud e Apollinaire. René Char trova l’occasione per dire che al centro della nostra intera emozione trova l’opera di un grande poeta contemporaneo: Giuseppe Ungaretti. Dos Passos, l’autore di 42° parallelo, ricorda di aver letto con entusiasmo il libro delle poesie di Ungaretti sulla prima guerra mondiale. T.S. Eliot scrive: «Sento che Giuseppe Ungaretti è uno dei pochissimi autentici poeti della mia generazione e un degno rappresentante della poesia italiana nel resto d’Europa e in America. Desidero salutarlo fraternamente». Odisseo Elytis in un lungo saggio afferma che le poesie di Ungaretti lo riconducono ai lirici greci, «e sono certo – prosegue – che le generazioni a venire gli saranno grate di aver resistito all’andazzo dello stile prosaico, di non aver raccolto i motivi ornamentali della civiltà meccanica contemporanea e di essere rimasto fedele al lirismo e di aver reso lo spirito del suo tempo con la scrittura eterna dell’uomo, gli alberi, le nuvole, le stelle, come avevano fatto al loro tempo Archiloco e Saffo».

Marianne Moore in un felice e sintetico messaggio ci chiede: «Come non potrei ammirare Ungaretti? Armonie quali “…il loro lume è chiaro/ lontano // Con le rondini fugge/ l’ultimo strazio?”. Come potremmo mai stancarcene?». Octavio Paz partecipa all’omaggio con una lunga poesia, mentre Saint-John Perse scrive: «Onore a voi, poeta così puro per il quale l’atto poetico fu soprattutto una testimonianza ad essere umano. Ardentemente italiano voi avete portato alla universalità il grido dell’uomo europeo». Ezra Pound brevemente scrive: «Senza indugi i miei migliori auguri a Ungaretti e congratulazioni per aver sopravvissuto alle vicissitudini di una difficile epoca». Leo Spitzer dedica un importante commento della sua critica stilistica alla poesia L’Isola del Sentimento del tempo. Allen Tate scrive: «Annovero Ungaretti tra i più grandi poeti europei moderni, un poeta che dopo la morte di Valéry non ha chi lo superi in Europa. È un fenomeno interessante il fatto che il centro poetico dell’Europa continentale si sia spostato dalla Francia all’Italia, il Paese che vanta due grandi poeti: Ungaretti e Montale». Jacques e Raïssa Maritain scrivono: «Siamo felici di associarci all’omaggio reso a Ungaretti del quale noi ammiriamo, dopo molti anni, l’arte sottile e delicata e la grande opera poetica». Da Paulhan viene a Ungaretti il più grande elogio che si possa ottenere: Paulhan dice a Ungaretti che i suoi poemi gli ispirano la certezza che l’anima umana è salva e noi con essa.

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