Volonté, Gian Maria. Fotografia originale in stampa vintage (24 x 18 cm.) nella quale è ritratto a figura intera in primo piano Gian Maria Volonté sul set del film Sacco e Vanzetti. Volonté interpretò il ruolo di Sacco. Al retro della fotografia timbro a tampone del fotografo Pietro Pascuttini. Senza data ma 1970.
Sacco e Vanzetti è un film del 1971 diretto da Giuliano Montaldo, con Gian Maria Volonté e Riccardo Cucciolla. Il film narra la vicenda realmente accaduta a Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti, due anarchici italiani emigrati negli Stati Uniti a inizio Novecento. Presentato in concorso al 24º Festival di Cannes, è valso il premio per la miglior interpretazione maschile a Riccardo Cucciolla. Si avvale di una tra le più celebri colonne sonore di Ennio Morricone. La canzone di chiusura Here’s to you, cantata da Joan Baez, divenne un inno generazionale.
1920, USA: a seguito di un attentato dinamitardo attribuito al movimento anarchico e mai rivendicato, vengono rastrellati numerosi italiani. Sacco e Vanzetti sono trattenuti con l’accusa di rapina a mano armata ed omicidio. Il processo evidenzia non solo la loro innocenza ma la volontà delle autorità statunitensi di compiere un gesto di rappresaglia politica, condannando a morte in maniera esemplare i due anarchici italiani. A nulla serviranno le numerose mobilitazioni della comunità locale, non solo quella italiana, e i numerosi comitati di liberazione. Vanzetti inoltrerà invano domanda di grazia, pentendosi successivamente, e lodando il coraggio di Sacco, che non piegandosi alla richiesta di clemenza, avrà dato piena testimonianza della propria innocenza. Sacco e Vanzetti moriranno sulla sedia elettrica.
Pietro Pascuttini nasce a Milano nel 1936. Diciottenne scopre la sua vera passione, la fotografia ritraendo in un’alba nebbiosa di Milano dei colombi solitari quasi a realizzare un’impressione. Propone ad una nota agenzia per la stampa di Milano, le sue prime esperienze, apprendendo in breve tempo nuove tecniche sotto la direzione del famoso fotografo Tullio Farabola titolare della omonima agenzia. Per 5 anni lavora ininterrottamente viaggiando in diversi paesi per reportages fotografici di ampia attualità riscuotendo una grande ammirazione presso i giornali. Durante questo periodo è incaricato di effettuare profili fotografici a personaggi noti nel mondo artistico, culturale e politico. Presto si fa conoscere per la sua nuova tecnica ritrattistica e per la sua particolare sensibilità nello studio del volto in primo piano. Nel 1962 a Milano a Palazzo Serbelloni vince il Premio Nazionale Fotoreporter per la migliore stampa. La giuria del premio presieduta fra gli altri da Aligi Sassu gli conferisce il premio per la migliore fotografia per le immagini di, Silva Koscina, Sofia Loren, Claudia Cardinale, Monica Vitti. È il primo fotografo ad essere ricevuto in casa da Salvator Dalì per un servizio fotografico e da Charlie Chaplin il quale per la prima volta posò con tutta la sua numerosa famiglia nella sua residenza in Svizzera.
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