Sinisgalli, Leonardo: Furor mathematicus, Milano, Mondadori, 1950, 21, 5 x 15,5 cm. Brossura editoriale con sovracoperta (lieve mancanza alla parte altra del retro e qualche marginalissima e minima sfrangiatura); pp. 299, (5). Dedica autografa firmata e datata (1960) di Sinisgalli. Esemplare ben conservato. Seconda edizione notevolmente aumentata comprendente anche Ritratti di Macchine, Quaderno di Geometria, Horror Vacui e L’Indovino non presenti nell’edizione del 1944.
Libro unico nel panorama italiano, Furor mathematicus testimonia, fin dal titolo, una volontà di contaminazione, associando all’idea di ordine, purezza, razionalità, calma e regolarità, propria della matematica, l’entusiastica, irrazionale, disordinata impulsività caratteristica dell’atto creativo. I temi affrontati da Leonardo Sinisgalli spaziano infatti dalla matematica alla poesia, dalla pittura all’architettura, al design, alla fisica, fino alla filosofia, ma anche alla tecnologia, all’artigianato e oltre. C’è una storia degli automi, in queste pagine; dialoghi che ricordano Calvino e Le città invisibili; apologhi leopardiani e studi sulle correlazioni tra le leggi della fisica e le migrazioni dei popoli Il confronto tra diversi saperi e linguaggi, che si fa sovrapposizione e compenetrazione, permette di ottenere sempre nuove idee e nuove suggestioni: un eclettismo che si ispira al concetto rinascimentale di “uomo universale” incarnato da Leonardo da Vinci. Ma il libro si pone anche come pietra miliare del Novecento: è un’opera in grado di cogliere lo spirito della modernità e di offrire alla “civiltà delle macchine” nuovi canoni stilistici che, partendo dall’arte e dalla poesia, forniscano alla produzione industriale un’anima, un’etica e un’estetica. Un percorso sotto il duplice segno della conoscenza e dell’utopia, che ancora oggi apre verso nuove visioni del futuro.
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