Prezzo: disponibile a richiesta
Autore: Gropius, Walter
Titolo: Internationale Architektur
Editore: Verlag
Data: 1925

Gropius, Walter: Internationale Architektur, Monaco, Albert Langen Verlag, 1925, 23,5 x 18 cm. Brossura editoriale; pp. 111, (1) con numerose illustrazioni in bianco e nero nel testo. Impaginazione grafica e copertina a cura di Laszlo Moholy-Nagy. “Bauhausbucher n. 1”. Seconda edizione dello stesso anno della prima, tecnicamente nella tiratura dal quarto al sesto migliaio, notevolmente riveduta rispetto alla prima, con una nuova prefazione di Gropius e numerose illustrazioni aggiunte. Testo fondamentale della scuola Bauhaus in stato di conservazione pressoché perfetto, davvero molto raro in queste condizioni.

In passato l’arte del costruire è sprofondata in una concezione sentimentale, esteticamente decorativa, che vedeva il suo fine nell’uso esterno di motivi, ornamenti e profili, per lo più di culture passate, che rivestivano l’edificio senza alcun necessario collegamento interno. L’edificio è stato così degradato a portatore di forme decorative esterne morte, invece di essere un organismo vivente. L’indispensabile legame con il progresso della tecnologia, i suoi nuovi materiali e le nuove costruzioni è andato perso in questo declino; l’architetto, l’artista, senza padroneggiare le possibilità sovrane della tecnologia, è rimasto bloccato nell’estetismo accademico (…). Questo sviluppo formalistico, che si è riflesso negli “ismi” in rapida alternanza degli ultimi decenni, sembra essere giunto al termine. Un nuovo atteggiamento edilizio essenziale si sta sviluppando simultaneamente in tutti i paesi civili. Vi è un crescente riconoscimento del fatto che una viva volontà di creare, radicata nella società nel suo insieme e nella sua vita, abbraccia tutte le aree del design umano con un obiettivo unificato: l’inizio e la fine nella costruzione. Il risultato di questo spirito mutato e approfondito e dei suoi nuovi mezzi tecnici è una mutata forma costruttiva che non è lì fine a se stessa, ma scaturisce dall’essenza dell’edificio, dalla funzione che dovrebbe assolvere. L’epoca passata del formalismo ha pervertito il principio naturale che l’essenza di un edificio ne determina la tecnologia e questa a sua volta ne determina la forma (…) Ma il nuovo spirito progettuale che lentamente comincia a svilupparsi risale al fondo delle cose… Tra una moltitudine di soluzioni ugualmente economiche possibili – ce ne sono tante per ogni impresa costruttiva – l’artista creativo sceglie quella che gli si addice secondo il suo sentire personale entro i limiti che il suo tempo gli ha fissato. Di conseguenza, l’opera porta la firma del suo creatore. Ma è erroneo dedurne la necessità di enfatizzare a tutti i costi l’individuo. Al contrario, la volontà di sviluppare una visione unitaria del mondo, che caratterizza il nostro tempo, presuppone il desiderio di liberare i valori spirituali dai loro limiti individuali e di elevarli a validità oggettiva… L’architettura è sempre nazionale, sempre individuale, ma dei tre cerchi concentrici – individuo – persone – umanità – l’ultimo più grande comprende anche gli altri due. Da qui il titolo: “ARCHITETTURA INTERNAZIONALE”! Walter Gropius

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