Gallian, Marcello: Tempo di pace. Romanzo. Prefazione di Giuseppe Ungaretti, Roma, Edizioni di “Circoli”, 1934, 20,5 x 14 cm. Brossura editoriale con alette; pp. 190. A cura di Adriano Grande. Dedica autografa firmata e datata (1934) di Marcello Gallian allo psicoanalista, esoterista, parapsicologo, giornalista, uno dei fondatori della psicoanalisi italiana, Emilio Servadio. Due taglietti alla parte alta della copertina senza mancanze. Edizione originale.
Sibilla Aleramo ha scritto: Lei è il solo scrittore italiano che qualche volta invidio ed Enrico Falqui nell’antologia Scrittori nuovi (1930) lo definì il più ribelle ed emancipato degli scrittori contemporanei. Massimo Bontempelli lo definì: il più interessante e originale dei giovani Scrittori. Anche il poeta Giuseppe Ungaretti lo apprezzò particolarmente per l’eleganza con cui il suo narrare avanzava e di furia. Nella postfazione della ristampa, nel 1988, del libro Il soldato postumo, Cesare De Michelis annotò: nella letteratura italiana novecentesca non è facile trovare altre voci così lucidamente e disperatamente attente a quello che è stato il tradimento della rivoluzione, non tanto preoccupandosi dei meschini vantaggi dei molti opportunisti, che pure Gallian descrive con graffiante sarcasmo, quanto piuttosto interpretando lo stato d’animo di chi è rimasto imprigionato tra i furori entusiastici, le passioni travolgenti, gli ideali ribaldi di una sola stagione, ed è paradossalmente costretto, lui che vorrebbe slanciarsi in avanti perché la rivoluzione non muoia, a immalinconirsi in nostalgici rimpianti. E ancora: È come accettare il mondo poetico di Giotto, rifiutandone il suo linguaggio pittorico (Curzio Malaparte). Gallian, ai miei occhi, si è lasciato dietro Barbusse di qualche spanna. E quando la febbre non gli deforma l’immagine, questa è precisa, sincera sino alla brutalità (Indro Montanelli). Se i temi d’eccezione saranno sempre prediletti, la sua fantasia si farà contrita ed umana: ne sentiamo il presagio in rare annotazioni estatiche e crepuscolari (Cesare Zavattini). Tutte le figure di Gallian vivono una vita prima, vivono la loro vita interamente (Domenico Meccoli). Marcello Gallian è pittore di immagini inconfondibili, clandestinamente denudate e rivestite della loro stessa pelle, con adiposi panneggi, con dolorose e comiche sbracature (Federico Sinibaldi).
Richiedi Informazioni