Cela, Camilo José: Balada del vagabundo sin suerte y otros papeles volanderos, Madrid, Espasa-Calpe, 1979, 17,5 x 11 cm. Brossura editoriale; pp. 148, (4). Firma di appartenenza di Marina (Ripa di Meana) alla prima carta bianca. Dedica autografa firmata e datata (1984) Di Cela a Marina, en recuerdo de mi paso per Roma. Con un abrazo … Seconda edizione.
In tutte le sue opere Cela presenta uno spaccato della realtà con deformazioni espressionistiche. Il suo stile è incentrato sull’obiettività: il narratore infatti tende a sparire. Cela però non è un realista estremo, fa una rappresentazione del reale deformata dall’espressionismo. L’alveare inaugura il realismo sociale degli anni cinquanta. Verrà pubblicato nel 1951 a Buenos Aires, dato che la censura aveva proibito la sua pubblicazione in Spagna a causa di alcuni passaggi erotici. Dopo una lunga parentesi, nel 1969 pubblica San Camilo 1936, romanzo sperimentale che, mediante un unico monologo interiore, offre una descrizione surrealista e “esperpentica” del primo giorno della guerra civile in un bordello di Madrid. Nel 1989 gli viene conferito il Premio Nobel per la letteratura, riconoscimento per il quale era stato proposto sin dal 1982. Le motivazioni sono: “per una prosa ricca ed intensa, che con la pietà trattenuta forma una visione mutevole della vulnerabilità dell’uomo”.
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