Gallian, Marcello: Vita di sconosciuto, Roma, Tiber, 1929, 19 x 14 cm. Cartone editoriale illustrato; pp. 186, (6). Dorso leggermente scurito per esposizione alla luce, qualche lieve traccia d’uso alle copertina, ma bell’esemplare. Edizione originale.
Breve romanzo in cui i protagonisti sono figure di spostati, di vagabondi emarginati, calati in una società che appare avvolta in una atmosfera onirica e surreale, allucinatoria e carica di simboli, dietro ai quali si scorge sempre un diretto, polemico riferimento alla realtà storica e ai suoi problemi. L’arte di Gallian era già insomma, e resterà sempre, espressione di un soggettivismo visionario, inconsueto nel panorama letterario del tempo e capace, a lampi, di grande intensità espressiva. Eroi che, come affermava Gallian stesso, vogliono far parte del mondo dei poveri, abitatori di terre inesplorate, rivenditori di cose inutili, tipi strani e orrendi dal volto di Messia, dottori girovaghi, esiliati dalle prigioni, frequentatori straordinari di case, tardi e pazienti nel loro corpo depositato lunghe ore sugli angoli delle piazze (Vita di sconosciuto). Considerato da alcuni critici uno degli scrittori più originali e vocati del Novecento italiano, Gallian restò per tutta la vita un emarginato, isolato nel ventennio per le sue posizioni diciannoviste, vittima nel secondo dopoguerra di quell’ostracismo che è il modo più silenzioso ma più tremendo col quale una società in crisi rifiuta la documentazione spietata della sua crisi, e quindi respinge chi se ne faccia dannato cantore. (Enrico Falqui)
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