Zanzotto, Andrea: Vocativo, Milano, Mondadori, 1957, 19,5 x 13 cm. Brossura editoriale; pp. 88, (8). Dedica autografa firmata e datata (1965) di Zanzotto a Emma e Pietro D’Avack, giurista italiano, rettore dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” nel periodo compreso tra il 1967 e il 1973. Lievissima, marginale arrossatura ai lati esterni della copertina, ma ben conservato. Edizione originale.
(…) uno dei libri più belli del dopoguerra, riconoscibilmente nuovo… Giorgio Caproni. Con il titolo Vocativo Zanzotto fa riferimento alla grammatica come modello di relazione: il caso vocativo non ha desinenze proprie, non costruisce rapporti sintattici. È il linguaggio a un livello minimo. Il problema che questa raccolta si pone con urgenza è quello del dialogo: le invocazioni sospese che costellano le varie poesie lo ricercano ardentemente, corteggiano l’interlocutore chiamato in causa, ma una risposta non arriva mai. Libro fondamentale nel percorso di Zanzotto, Vocativo raccoglie poesie scritte tra il 1949 e il 1956, quasi tutte posteriori a una grave crisi di nervi che colpì il poeta nel 1950. Il protagonista di Vocativo è appunto un io nevrotico che denuncia e sfida l’inautenticità della Storia. La gelida astrazione del primo libro viene abbandonata in favore di uno stile mosso ed espressionista, in cui l’instabilità del ritmo si accompagna all’introduzione di latinismi e arcaismi, ma anche di termini del tutto estranei alla tradizione poetica, come “neon”, “orgasmo” o “conato”.
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