Conti, Primo: Fanfara del costruttore, Firenze, Vallecchi, 1920, 19,5 x 13 cm. Brossura editoriale; pp. 132. Leggere fioriture in copertina e a qualche carta; una frattura, senza mancanze alla pagina 53 in cui è stampato il solo titolo del racconto. Qualche pagina con bordi irregolari, ma buon esemplare integro. Edizione originale.
Significativa testimonianza della partecipazione, seppure eretica, di Conti alla Metafisica, Fanfara del costruttore raccoglie una serie di brevi racconti fortemente influenzati da Pittura metafisica di Carlo Carrà, che fu pubblicata nel 1919 quasi contemporaneamente al volume di Conti. Ecco cosa scrive in proposito Primo Conti: (…) Da principio mi scandalizzò con i manichini e l’immobilità. Poi capii che conteneva le esperienze precedenti, Futurismo compreso e mi appassionò. Fu per me la scoperta del grottesco, di fantocci allucinati (…) metafisica vuol significare che l’arte è cosa mentale prima di tutto, e trasfigura la realtà della sorte umana sollevata sul contingente e l’effimero, portata a confinare con le cose perenni e assolute, ancorché siderali (…)
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