Prezzo: disponibile a richiesta
Autore: Vedova, Emilio
Titolo: Carteggio
Data: 1961 - 1963

Vedova, Emilio: interessane carteggio composto da 10 lettere di Emilio Vedova e 3 lettere della moglie Annabianca Vedova indirizzate fra l’aprile 1961 e l’ottobre 1963 all’artista Nani Tedeschi. Gli argomenti trattati sono prevalentemente di carattere professionale.

a) Vedova, Emilio: lettera dattiloscritta firmata di una pagina (29,5 x 23 cm.) datata Venezia 10 aprile 1961. (…) Ho ricevuto la sua lettera in un momento di lavoro così intenso che mi è veramente difficile fermare il pensiero su qualsiasi cosa al di fuori di esso (…) Sarà un avvenimento straordinario, con la musica eccezionale di Nono, un teatro del tutto nuovo, di luce e movimento, di contrasti e contraddizioni. Ne sono preso completamente e passo tutte le mie giornate al teatro alla Fenice in questo lavoro. Detto questa mia in gran fretta a mia moglie: dato che Lei potrebbe fraintendere il mio silenzio. Non conosco questo libro, o in questo momento non ricordo, di O. Patani. Ad ogni modo io vorrei cederLe tanto un mio disegno, perché sento la sua passione per la pittura: ma non mi è possibile per ora. Disegni vecchi miei non li vendo. I recenti non ho ancora avuto tempo di rivederli, fare una scelta, scartarli o no. (…) la litografia è un lavoro che mi appassiona molto. Una di queste litografie potrei cederLe, e benché anche io abbia un “mercante”, sono abbastanza libero per le litografie e potrei cedergliele – proprio per Lei, studente, e come si dice (e io posso ben capire) con molte difficoltà… – a metà prezzo. Ne ho da lire trentacinquemila a lire ventottomilacinquecento: prezzo di vendita dove io non c’entro (…) E mi manderà l’importo in quante rate vuole fino alla fine dell’anno. Intanto con la sua paghetta non riuscirebbe a venire a sentire l’opera (“Intolleranza 60”). Chissà che io non possa farLe avere un biglietto (…)

b) Vedova, Emilio: lettera dattiloscritta firmata di una pagina (29 x 22,5 cm.) datata Venezia 9 maggio 1961. (…) Mi dispiace che non abbia potuto assistere alla prima di “Intolleranza 1960”: il suo biglietto l’ha atteso fino all’ora della rappresentazione (…) Avrà letto echi e commenti sui giornali italiani e stranieri. E’ stato un avvenimento straordinario; una presa di contatto veramente attiva e forte questa volta fra la nostra pittura e un pubblico più vasto di quello delle sale di esposizione. Una cosa che ha creato molte polemiche, molto entusiasmo, qualche “abbasso” cattivo. Ma soltanto così le cose vive possono andare avanti. Non so proprio quando sarà possibile vedermi al lavoro. Oltre a tutto per me è molto difficile poter lavorare con qualche testimonio e le poche fotografie che mi riprendono al lavoro sono di sorpresa. Quanto al disegno potrei dirLe di aspettare, aspettare, aspettare. Ma La consiglio contentarsi di una litografia. Che per me è anche molto importante (…)

La data ufficiale del debutto del Nuovo Teatro musicale in Italia è il 13 aprile 1961 quando, presso il Teatro La Fenice di Venezia, all’interno del XXIV Festival di Musica Contemporanea della Biennale, debutta Intolleranza 1960 di Luigi Nono, da un’idea di Angelo Maria Ripellino, con scene e costumi appositamente ideati da Emilio Vedova. Da questa data il Nuovo Teatro cominciò a prendere una sua fisionomia, sicuramente sfaccettata e composta di elementi eterogenei, caratterizzata da alcuni punti ormai imprescindibili: il distacco dall’opera lirica, l’autonomia dei linguaggi della scena e una loro sperimentazione diretta in primis a un rinnovamento dello spazio teatrale e del rapporto con gli spettatori, il rifiuto della narrazione lineare e dei tipi psicologici.

c) Vedova, Emilio: lettera dattiloscritta firmata (29 x 23 cm.) con alcuni interventi autografi di una pagina e 8 righe: Venezia, 12 settembre 1961. (…) sempre occupatissimo dal lavoro anche per una mostra che spero Lei possa vedere a Verona. “Disegni di Vedova: 1935/50” organizzata dal Museo di Verona al Palazzo della Gran Guardia. Giorno dell’inaugurazione, vernice 27 sett., 30 settembre ore 18. Si tratta di 300 miei disegni + una scelta di quadri da allora ad oggi (…) Lei che desidera tanto un mio disegno potrà lì vederne e capire ancora meglio il mio lavoro di oggi (quelli non sono in vendita). Ed anche le mie litografie che non sono fatte dal litografo sulla pietra traendole dai miei disegni o guazzi, ma fatti direttamente da me sulla pietra, scelta una su almeno 10; e curate da me in una severissima scelta anche nella stampa. Per questo le mie litografie hanno quel segno, buono o malo, però inconfondibile di chi le fa direttamente sulla pietra e non se le fa trasporre dal litografo. (…) Quanto ai bozzetti di “Intolleranza” una loro mostra è impossibile almeno per ora… in qualsiasi parte del mondo. I bozzetti nella loro maggior parte non sono più miei, bensì della Biennale per il Festival Teatro Contemporaneo (…)

d) Vedova, Emilio: lettera dattiloscritta firmata di mezza pagina (29 x 23 cm.) datata Venezia 4 ottobre 1961. (…) Sarebbe significativo, penso, che Lei e i Suoi amici visitassero la mia mostra a Verona aperta per tutto ottobre. Mi auguro avrà ricevuto l’invito (…)
e) Vedova, Emilio: lettera dattiloscritta firmata di una pagina e un quarto (29 x 23 cm.): Venezia, 9 gennaio 1962. (…) E’ Lei che deve veramente scusarmi per il mio silenzio, per una serie di complicazioni per finire la cartella di litografie edizioni Einaudi: “Spagna oggi” per cui andrò a Roma domani per l’inaugurazione (…) mi creda, unica ambizione di un artista è quella di essere capito, di comunicare, esprimere. Io potrò fare soltanto una mostra di litografie, Le dico chiaramente, ma a queste litografie del 1959, Opus 19, si aggiungono le 6 della cartella Schiessel “Presenze 1960” edita in Germania, e l’ultima cartella di 10 litografie edizioni Einaudi “Spagna, oggi” (…) Tornando alla mostra che farei tanto volentieri da Voi a Reggio non sono affatto contrario che nell’antisala espongano 5 giovani pittori reggiani, perché no? Unica cosa, mi interesserebbe vedere qualche fotografia del loro lavoro. Una grande sala Vedova che verrebbe più che riempita con le litografie e qualche disegno. (…) Io non posso fare di più! Il mio lavoro è prima di tutto, Lei lo può capire. Le mostre sono importanti, ma è quello che si mostra che è ancora più importante (…)

f) Vedova, Annabianca: lettera autografa firmata di 2 lunghe pagine (29 x 23 cm.): Venezia, 23 febbraio 1962. (…) Avranno visto per “Arti e scienze” alla televisione le riprese della mostra “Spagna oggi” alla galleria-libreria Einaudi, alcuni giorni dopo l’inaugurazione. Argan ha parlato di nuovo, in modo estremamente chiaro. (…) Le mando anche una pagina che “L’Avanti” ha scritto sulla mostra. Quanti incontri animati ne sono nati (…) Mio marito non vuole rinunciare alla mostra da Loro, anche se potrà farla di sole litografie: ma ha tanti impegni e devono scusarlo se non può direttamente rispondere (…) Maggio dunque andrebbe bene? Se si, mio marito si riserva di confermare: sempre che sia il solo espositore. E’ meglio sempre un’artista alla volta, perché una mostra anche se limitata all’opera litografica, sia veramente utile, “didattica”: penetrando in profondità attiva in qualche modo (…)

g) Vedova, Annabianca: lettera dattiloscritta firmata di una pagina (28 x 22 cm.): Venezia, 1 marzo 1962. (…) Le scrivo io a nome di mio marito in Germania per una mostra. Prima di partire ha riveduto attentamente tutti i suoi impegni 1962 ed è dispiaciutissimo di doverle dire attraverso me, che gli è assolutamente impossibile prendere degli impegni ancora. (..) A Lei, ai Suoi amici invia molti saluti, Li prega di pazientare, questa non è una rottura definitiva, queste sono cose vive sono quelle cui lui tiene anche moltissimo (…)

h) Vedova, Annabianca: lettera dattiloscritta firmata di una pagina (28 x 22 cm.): Venezia, 30 marzo 1962. (…) siamo rientrati dalla Germania, mio marito è in pieno lavoro anche per una nuova sistemazione dello studio. Deve credere al nostro dispiacere, al suo in particolare, per non effettuare questa mostra. L’impegno che sta perfezionando in questi giorni, gli lascerà minor libertà d’azione in questo senso, ma maggiore possibilità di concentrarsi completamente, se non esclusivamente, nel suo lavoro (…)

i) Vedova, Emilio: lettera dattiloscritta firmata di una pagina (28 x 22 cm.): Venezia, 4 maggio 1962. (…) Lei mi parla di una mia piccola opera vista a Parma: dove, come? Di quale anno? (…) Purtroppo da una settimana non posso più cedere niente a nessuno. Mi dispiace (…) Ho un contratto con una Galleria di Londra che mi impedisce qualsiasi diretto rapporto del genere. (…) Le faccio avere il catalogo della mia ultima mostra di Monaco. Al 20 maggio altra mia mostra personale ci sarà a Friburgo in Germania (…) Sono chiuso al lavoro, cerco di non “staccare” per nessuna ragione, soltanto così si può arrivare a dire qualcosa… La strada è sempre più difficile (…)

l) Vedova, Emilio: lettera dattiloscritta firmata di una pagina (28 x 22 cm.): Venezia 11 agosto 1962. (…) Lei mi dice che io avevo promesso, prima di… etc. etc? Basta così. Io le promesse le faccio raramente, perché dopo spesso purtroppo dimentico, ma quando me ne ricordo tengo a mantenerle. E Lei me lo ricorda in un modo che mi colpisce… non è vero che le sue argomentazioni reggono poco, e poi non sono argomentazioni ma sentimento. A questo punto è andata così: non vi sono piccole cose non importanti di Vedova – a giudizio dei più o meno “interessati”… Vi sono piccole o grandi cose di Vedova, che parlano o che non parlano, e il valore espressivo è tutto lì. La dimensione non conta, né il destinatario, se le penso buone le metto in giro, oppure no: le distruggo. Forse distruggo troppo – dicono – ma quello che “dicono” non ha importanza, almeno in questo senso. Io devo non “per principio” essere coerente al mio patto (…)

m) Vedova, Emilio: lettera dattiloscritta firmata di una pagina (28 x 22 cm.): Venezia, 29 settembre 1962. (…) Grazie della sua lettera a Ca’ Pesaro. Si lavora anche per questo. Le mando copia a parte di una mia conversazione tenuta a S. Giorgio per il Corso Internazionale d’Alta Cultura, promosso in collaborazione con la Biennale di Venezia (…)

n) Vedova, Emilio: lettera dattiloscritta firmata di una pagina (28 x 22 cm.): Venezia, 6 aprile 1963. (…) Io sto facendo una vita che oscilla fra il frate (e non è troppo pertinente per me) e l’orso delle caverne … e questo è forse un po’ troppo. E’ certo che non vedo nessuno, e cerco di resistere a vedere anche amici carissimi che arrivano in-avvertiti a Venezia, magari di passaggio per altri paesi del nord. (…) Io non avrò delle vacanze, perché il mio lavoro non ha naturalmente riferimenti esterni e perciò certi giorni di “feste” per me sono di più intenso raccoglimento e lavoro (…)

o) Vedova, Emilio: lettera dattiloscritta firmata di una pagina (28 x 22 cm.): Venezia, 26 ottobre 1963. (…) Non mi trovò a Venezia perché forse ero già partito per la Jugoslavia, col nostro piccolo fuori-bordo (m. 4 x 1,50), dove abbiamo navigato da Fiume a Dubrovnik 40 giorni avventurosi, fra isole e traversate, in mari solitari e terribili, meravigliose e forti esperienze. Anche la vita, … c’è andata di mezzo, ma siamo tornati. Poi subito molto da fare, lavoro, e anche varie storie. Ultima la mia mostra a Roma, che si aprirà il 21 novembre alla Marlborough (…) dei miei “plurimi” = pitture declassate, io le chiamo. In una coerenza con la mia dinamica, gli scontri di situazioni, le multiple realtà incombenti. (…) Si, insegnerò all’Accademia! Vedremo cosa fare di questa mia scuola, spero aiuti almeno un poco ad essere uomini se non pittori… Una cosa piccolissima, purché mia… mi imbarazza. Lei non ama le mie litografie? Cui invece io credo tanto, penserei proprio ad una, per lei. Se no, coi disegni è difficile, è molto difficile che di quelli cui credo mi liberi, e gli altri li distruggo, rigorosamente. Perciò ne restano sempre pochi, pochissimi che io possa dare (…)

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