Pagliarani, Elio: Esercizi platonici, Palermo, Acquario – La Nuova Guanda, 1985, 22 x 16 cm. Brossura editoriale; pp. 85, (3) con 12 tavole di Ettore Sordini. Qualche lieve puntino di ruggine alla copertina anteriore e ai tagli. Edizione originale.
Allora bisogna scegliere esistenze viziose. / Osserva i piaceri conseguenti a stati morbosi, / quando, per esempio, si debba procedere / a curare la scabbia mediante sfregagione: ci sono / i piaceri prodotti dal solletico. // E questi piaceri per ogni modo si perseguono / con tanta maggiore insistenza, di quanto più la persona / è intemperante, e ad ogni luce spirituale opaca. // Almeno per i piaceri che hanno luogo nell’organismo. (Esercizi spirituali, XVIII, p. 59). Aristodemo raccontava dunque d’avere incontrato / un giorno Socrate; e Socrate era ben lavato, aveva / persino i sandali. E lui gli chiese dove andasse / e perché si fosse fatto così bello. // E Socrate: “A pranzo da Agatone!” Detto questo, / si posero in cammino (Esercizi spirituali, XXV, p.79).
Prigioniero, almeno in parte, come avevo cominciato a sentirmi del mio verso lungo, sempre più lungo, dalla fisarmonica spalancata – ho voluto cercare di riacquistare facoltà di articolazione più variegata (mi riferisco, per esempio al pedale sommesso dell’Inventario privato). Qui non ho fatto che trascrivere e scandire il linguaggio colloquiale di Platone (del Filebo, soprattutto; ma anche delle Lettere e, nell’apertura finale, del Convito, come è trasparente) Elio Pagliarani.
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