Prezzo: euro 35
Autore: Pizzuto, Antonio
Titolo: Paginette
Editore: Lerici
Data: 1964

Pizzuto, Antonio: paginette, Milano, Lerici, 1964, 21,5 x 13, 5 cm. Cartone editoriale con sovracopertina e fascetta; pp. 181, (5). Edizione originale.

Antonio Pizzuto (Palermo, 14 maggio 1893 – Roma, 23 novembre 1976) nasce in una famiglia ricca e dotta, formata dal padre Giovanni, avvocato e proprietario terriero, e dalla madre Maria, poetessa. Il suo percorso di studi inizia nella scuola Vittorino da Feltre e prosegue nel ginnasio Meli e nel liceo Vittorio Emanuele II, dove ebbe l’occasione di conoscere Salvatore Spinelli. Dopo essersi laureato in giurisprudenza nel 1915 e in filosofia nel 1922 all’Università di Palermo fa carriera nella pubblica amministrazione, a cominciare dalla Scuola di Polizia Scientifica fino a diventare vicequestore di Trento, questore di Bolzano e di Arezzo e infine vicepresidente della Commissione internazionale di polizia criminale (Interpol) con sede a Vienna. Nel 1950 va in pensione, stabilendo la propria residenza a Roma.

Traduttore dal greco e latino, Pizzuto è stato anche un profondo conoscitore della lingua inglese, francese e tedesca, da cui ha tradotto un’opera di Kant. Inizia la sua carriera di narratore nel 1912, quando pubblicò la novella Rosalia. Nel 1938, con lo pseudonimo di Heis, pubblica il suo primo romanzo autobiografico, Sul ponte di Avignone. La sua vera nascita come scrittore arriva solo dopo la pensione con la stesura delle Memorie di un questore e le collaborazioni per il periodico Polizia Moderna, per la quale scrive racconti e saggi, e con la rivista filosofica Sophia dove pubblica recensioni e traduzioni. Nel 1959 pubblica Signorina Rosina grazie all’appoggio di Romano Bilenchi e Mario Luzi. I suoi scritti, in un primo tempo di carattere più o meno marcatamente autobiografico, sono ricchi di citazioni colte e di novità lessicali e si liberano progressivamente dalle regole temporali, sintattiche e grammaticali che caratterizzano la documentazione storica. Riproduce anche il flusso di coscienza, già impiegato da tanti scrittori del Novecento. La sua opera è stata apprezzata, tra gli altri, dal filologo e critico Gianfranco Contini, al quale era legato da una profonda amicizia.

Richiedi Informazioni