Magritte, René: interessante lettera autografa firmata in lingua francese di una pagina (27,5 x 21, 5 cm.) scritta per metà, indirizzata al gallerista e critico d’arte Christian Zervos, a proposito di una mostra personale di Magritte a New York: 27 febbraio 1940. Appunti a matita al retro della pagina. Ben conservata. Prezioso cimelio degli artisti più emblematici e controversi del secolo breve, maestro del surrealismo, le cui opere sono conservate nei più prestigiosi musei del mondo.
Nel 1938 Magritte partecipa a Parigi all’Exposition internationale du surréalisme, una delle più significative manifestazioni del gruppo surrealista; pochi mesi dopo, per le edizioni GLM, vede la luce un libro quasi profetico per i surrealisti, Les Chants de Maldoror di Lautréamont, con introduzione di Breton e illustrazioni di pittori surrealisti, tra i quali lo stesso Magritte. E’ un periodo fecondo per il pittore belga, che nel 1939 firma assieme a Scutenaire un testo sull’Arte borghese pubblicato sul n. 12 del London Bulletin. Vi sostengono che l’ordine borghese non è che un disordine. Un disordine portato al parossismo, privato d’ogni contatto con il mondo della necessità. In maggio del 1939 Magritte tiene una seconda mostra personale al Palais des Beaux-Arts di Bruxelles. Spaventato dagli sviluppi della guerra, come molti altri belgi, nel 1940 Magritte fugge dal paese prima dell’invasione tedesca. Passa tre mesi a Carcassone, mentre la moglie rimane a Bruxelles. Tornato in Belgio riprende il lavoro in vista di varie mostre collettive alle quali intende partecipare: l’Exposicion internacional de serrealismo a Città del Messico, il Salon quadriennal de Belgique a Liegi e due esposizioni in Inghilterra. Nel 1940 lavora anche alla preparazione di una mostra personale alla Galerie Dietrich di Bruxelles che si inaugurerà nel 1941 e alla importante mostra First Paper of Surrealism che avrà luogo a New York nel 1942. André Breton nel suo testo per la mostra Art of This Century alla Peggy Guggenheim Gallery di New York (1942) loda Magritte per aver messo sotto giudizio l’immagine visiva, sottolineandone gli aspetti deboli e dimostrandone la subordinazione al linguaggio e al pensiero.
(…) J’ai reçu avec plaisir votre lettre du 23 … relative au projet d’une exposition de moi aux “Galleries Perls”. Je vous remercie vivement pour ce que vous faites pour moi et j’espère avoir l’occasion de vous temoigner ma reconnoissance. Cependant, rien n’est encore très prècis à ce sujet: je n’ai été sollicité jusqu’ici que par M. L. Goffin à que j’ai repondu ce que vous savez et n’ai pas encore été en rapport avec les “Perl Gallerie”. Pensez vous que je doivre attendre des instructions ou bien leur ecrire? (…)
Magritte si informa circa la possibilità di un’esposizione personale alla Galleria Perls di New York, fondata pochi anni prima, nel 1937, da Klaus Gunther Perls, dopo una lunga esperienza a Parigi forzatamente abbandonata durante l’occupazione nazista. La mostra avrebbe rappresentato per Magritte, assai spaventato per le vicende belliche in Belgio, un’importante occasione per lasciare l’Europa ed approdare negli Stati Uniti. In questo contesto si comprende con maggiore chiarezza la sollecitazione un poco ansiosa rivolta all’amico Zervos al fine di ottenere ragguagli sull’esito della mostra. Bel documento.
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