Bertini, Gianni: Oppure. Ovverosia il Bertini illustrato e corrotto, Torino, Edizioni Il Punto, 1970, 17, 5 x 12 cm. Brossura editoriale; 120 pagine con 64 tavole a colori. Edizione in 1.000 copie. Qualche leggero puntino di ruggine alla copertina, ma esemplare in ottimo stato di conservazione. Edizione originale.
L’immagine, la parola è stata tolta. Il destino di Bertini è il destino dell’immagine. Egli vive il dramma interno dell’immagine all’interno della nostra civiltà dell’immagine. Dall’emergenza all’obsolescenza, egli ne segue la curva espressiva, l’impatto linguistico, la proiezione socio-culturale, i differenti stadi di recupero, di assimilazione formale e di significativo consumo. L’impatto, lo stile, il cliché: quante volte questo scenario si è ripetuto nel percorso bertiniano, inserendosi con un’impietosa chiarezza nel cuore del suo pensiero creativo e provocando ipso facto delle nuove prese di coscienza? Queste prese di coscienza inquadrano l’opera: sono i “Gridi” (1948-49), la contrazione sistemica degli anni ’50, il “Pays Réel” (1962), e la “Mec-art” (1965), “Abbaco” (1976). I limiti hanno stimolato attivamente la mia stessa riflessione, e posso dire che spesso le nostre visioni, mie e di Gianni, hanno coinciso perfettamente. La frequenza positiva di questo genere di scambi è tale che ne è risultato un intreccio ed una comunicazione profonda fra noi (Pierre Restany).
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