Butor, Michel: lettera autografa firmata di una pagina (27 x 21 cm.) della moglie di Michel Butor indirizzata ad Irma Antonetto presso l’Associazione Culturale Italiana di Torino, nella quale vengono presi accordi per la conferenza dello scrittore francese in Italia: 18 novembre 1966. Assieme alla lettera è conservato un manoscritto autografo firmato di Butor di 2 pagine (21 x 14,5 cm.) su carta intestata del Palace Hotel di Torino, nel quale ci sono le linea guida della conferenza di Butor dal titolo: La critique et l’invention. Fori di archivio ledono una lettera.
(…) Introduction: il ne s’agit pas le dispute entre critique et écrivains, mais des relations entre la critique et l’inspiration chez le meme auteur. I) L’invention est une critique. Aucun jeune écrivains aujourd’hui ne peut pretendre avoir inventé le roman (ou le livre). Tout nouveau livre (…) Nous voyons la réalité en garde partie à tous le lions, pas la réalité se révolte de temps en temps. a) le livre nouveau est une critique des lions anciens, il montre qu’il étaient conventionnels et insuffisants. b) le livre nouveau est une critique de la réalité ancienne (et nouvelle). Il montre que (…) c) le livre nouveau est une critique de la critique. Il montre que (…) L’oeuvre sans l’oeuvre ou l’oeuvre en … (roman sans le roman, théatre sans le théatre, peintre sans la peinture, etc.. Conclusion: l’invention comme critique de la réalité presente. Le monde comme oeuvre (…)
Butor pubblica i suoi primi tre romanzi Passage de Milan 1954, L’emploi du temps 1957 e La modification 1957 nel periodo in cui le nouveau roman si afferma. Questa contemporaneità e la novità stessa dei tre romanzi hanno iscritto d’ufficio Butor al nouveau roman, tanto più che Butor li pubblicò nelle Éditions de Minuit come Alain Robbe-Grillet con i suoi romanzi. Sia Butor che Robbie-Grillet affermeranno in seguito il carattere individuale del loro lavoro, negando che sia esistita una ‘scuola’ a loro comune. Ci sono invece delle esigenze simili sentite da entrambi: da un lato riprendere il romanzo del primo novecento là dove si era fermato, a Joyce, Proust, Kafka; e dall’altro ampliare, quantitativamente e approfonditamente per meglio esplorare e illustrare la società contemporanea. Butor esplora e scrive il reale per dargli una sistemazione, per inquadrarlo. Questi romanzi vengono fuori con una dettagliata narrazione, quasi un’elencazione, di fatti comuni e circostanze banali dell’esistenza. La vita in un immobile, il viaggio, la vita in una città straniera sono quasi dei pretesti dove la banalità della realtà diviene il soggetto complesso di un romanzo dove il flusso di coscienza dei personaggi è ciò che lega il tutto, le situazioni, le persone, gli oggetti, in un’analisi minuziosa. Poi pubblica diverse opere che non sono più dei romanzi ma sono delle nuove esplorazioni. Come Description de San Marco 1964 in cui descrive minuziosamente la basilica di San Marco a Venezia; o 6 810 000 litres d’eau par seconde, cifra che corrisponde alla portata delle Cascate del Niagara. In La reve d’Irénée 1979 tenta di sovrapporre il testo scritto e la registrazione sonora come fa Luigi Nono, oppure di lasciar fare all’aleatorio come Stockhausen. Un libro di Butor non è un libro compiuto nel senso di finito. Butor lascia aperti al lettore, la possibilità e il piacere di comporre scegliendo tra i materiali che lo scrittore accumula sulla pagina.
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