Fallacara, Luigi: Il più della vita, Lecce, Quaderni del “Critone”, 1961, 15 x 10,5 cm. Brossura editoriale; pp. 65, (6). Dedica autografa firmata e datata di Luigi Fallacara al poeta visivo Lamberto Pignotti: A Lamberto Pignotti, al suo canto negato, con affetto e speranza… Due leggere sottolineature a matita di Pignotti. Edizione originale.
Luigi Fallacara nasce a Bari nel 1890. All’età di ventidue anni si trasferisce a Firenze e frequenta la facoltà di lettere presso quella università. L’intensità della vita culturale e letteraria fiorentina nella prima metà del Novecento subito lo coinvolge, facendogli incontrare i principali esponenti dell’avanguardia letteraria e avvicinandolo alle riviste La Voce, Lacerba, Il Frontespizio. In particolare stringe amicizia con Giuseppe De Robertis, il quale lo presenta a Giovanni Papini. Inizia così la collaborazione di Fallacara alla rivista Lacerba, fondata da Papini e Soffici nel 1913 e durata poco più di due anni. Questa rivista pubblica testi fondamentali, come quelli di Aldo Palazzeschi, Dino Campana, Giuseppe Ungaretti e dello stesso Ardengo Soffici. Perciò collaborare a Lacerba è come ricevere un’investitura quale componente dell’avanguardia letteraria. Dal 1917 al luglio 1918 partecipa alla Grande Guerra. Nel 1933 ritorna definitivamente a Firenze e alla sua vocazione lirica. La sua attiva collaborazione come redattore della rivista di Piero Bargellini Il Frontespizio «coincide con la stagione creativamente più felice del poeta». Le nuove raccolte di liriche evidenziano bene la sua adesione all’ermetismo, che tuttavia non si esaurisce nella semplice poetica della parola, ma recupera inquietudini esistenziali e rivela quella che il poeta chiama «ansia d’assoluto». Richiamato alle armi per la seconda guerra mondiale, evita per poco i campi di concentramento nazisti. Nell’immediato dopoguerra si dedica alla pittura, prima di produrre nuove raccolte di liriche che sono tra i risultati più maturi e gli valgono ampi consensi critici. Il 15 ottobre 1963 Luigi Fallacara muore a Firenze, sua città di adozione. Il suo archivio è conservato presso il Centro per gli studi sulla tradizione manoscritta di autori moderni e contemporanei dell’Università di Pavia.
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