Conti, Primo: Imbottigliature, Firenze, Edizioni de L’Italia Futurista diretta da Maria Ginanni, 1917, 19,5 x 16 cm. Brossura con ampia unghiatura, stampata in blu ai piatti e al dorso, con disegno di copertina dell’autore; pagine 144 e una foto dell autore (di Mario Nunes Vais) all’antiporta su carta patinata. Opera prima. Esemplare intonso, in eccellente stato di conservazione, che conserva intatta l’amplissima unghiatura di copertina. Raro in queste condizioni. Edizione originale.
Imbottigliature è il frutto di una singolare congiuntura. Raccolta futurista, nasce nell’ambito del futurismo fiorentino della seconda metà degli anni Dieci, la cui retorica bellicosa si è ormai placata poiché la guerra non è più una prospettiva utopica proiettata nel futuro, ma una sorta di pantano nel quale l’Europa affonda da ormai tre anni. Le Imbottigliature sono una metafora dell’atmosfera statica di Firenze, città del fronte interno: lontana, la guerra è presente e non si esprime più soltanto attraverso il paroliberismo e la retorica interventista. La scrittura si orienta verso il fronte interno dell’esplorazione della mente, e coniuga pulsioni collettive e individuali. Sulla copertina della prima edizione di Imbottigliature l’immagine stilizzata di un ventaglio a strisce bianche e blu entra in consonanza con il titolo sovrastante della raccolta e sembra prendere le sembianze di un imbuto. Con questo oggetto di uso quotidiano associato all’azione dell’imbottigliare, Primo Conti ha istillato in quest’opera giovanile una serie di esperienze che avevano interessato gli anni compresi tra il 1913 (data della mostra sul futurismo organizzata da Lacerba a Firenze e in occasione della quale un Conti nemmeno adolescente incontra Marinetti) e il 1917, anno della sua adesione al futurismo.
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