AA. VV.: Rex Conte di Savoia. Italia Flotte Riunite, Genova, Edizioni Pubblicità Italia, 1933, 14,5 x 13 cm. Copertina in cartoncino editoriale illustrato; pp. 20 tenute assieme da punto metallico, quasi interamente illustrate con fotografie in bianco e nero del transatlantico e dei suoi interni. In eccellente stato di conservazione. Edizione originale.
“Eccolo…eccolo! Eccolo! Babbo, babbo…il Rex! Il Rex!”. Con questa frase si apre la scena centrale di Amarcord il film che avrebbe tributato a Federico Fellini il premio Oscar. Tutti i protagonisti del film avevano preso imbarco su molte barchette per trascorrere la notte al largo di Rimini, in attesa del passaggio del transatlantico entrato nel mito: il Rex compare sfolgorante di luci nella notte buia per poi dissolversi come una costellazione di stelle nella notte, come un sogno meraviglioso. Il Rex è entrato nell’immaginario collettivo come simbolo dei grandi transatlantici degli anni Trenta; la sua fama iniziò già quando, nel 1929, venne dato l’annuncio della sua costruzione. Il momento di crisi internazionale aveva portato alla sospensione della costruzione di molti transatlantici e la notizia che l’Italia si accingeva a costruire una delle più grandi, moderne, lussuose e veloci navi del mondo fece scalpore ai quattro angoli della terra. Il nuovo colosso della Marina Mercantile Italiana venne varato il 1° agosto 1931 dai sovrani italiani alla presenza di una folla immensa: di circa 100.000 persone. Per varare il Rex venne utilizzata la prima bottiglia di Brut riserva reale prodotta dall’azienda vinicola Gancia e il collo della medesima, custodito in una preziosa urna con il nome della nave e il suo profilo in diamanti, venne donato alla madrina, la regina Elena di Savoia. Il Rex fu il primo transatlantico ad avere tutte quelle innovazioni che ne facevano un’autentica nave da crociera: cabine di lusso con veranda privata, aria condizionata, vasti ponti per lo sport e lidi grandi e immacolati con due piscine, centro benessere, garage con accesso drive-in direttamente dalla banchina. Da un punto di vista tecnologico, il Rex è ricordato per essere stato una delle primissime navi al mondo dotate di prora a bulbo; la sua straordinaria carena, studiata presso la vasca navale di Amburgo, era stata ottimizzata copiando le sue forme da quelle della trota. Il Rex fu un mix di tradizione e innovazione: all’esterno presentava linee aggraziate e filanti, tipiche dello streamline e dell’industrial design anni Trenta, mentre gli interni erano più conservatori e ispirati agli stili storici più classici. Al comando del Comandante Superiore Antonio Lena, entrò in servizio salpando da Genova alla volta di New York il 30 novembre 1932, traversata che rischiò di trasformarsi in un disastro quando una valvola di sicurezza nella sala macchine esplose, squarciando lo scafo nell’opera viva. Per evitare che la nave affondasse durante il suo primo viaggio, come accaduto due decenni prima al famoso Titanic, il marinaio Gennaro Amatruda si fece calare fuori bordo e riuscì a tamponare la falla con travi e cemento a presa rapida; ciò consentì di continuare il viaggio verso New York, dove si sarebbe provveduto in cantiere alle riparazioni. Nel marzo del 1933 il Rex fu alla ribalta delle cronache per aver trasmesso la prima trasmissione radiofonica in diretta contemporaneamente negli Stati Uniti e in Europa mentre stava attraversando l’Atlantico. L’11 settembre 1943, ancorato nella laguna di Venezia, il Conte di Savoia venne bombardato dalla RAF inglese ed affondò parzialmente. Il 16 ottobre 1945 fu rimesso a galla a cura della Società Italiana di Navigazione; tuttavia, verificato lo stato della nave, il suo restauro e riutilizzo furono ritenuti troppo costosi, quindi venne venduta e demolita a Monfalcone nel 1950.
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