Sgorlon, Carlo: Gli dei torneranno, Milano, Mondadori, 1977, 21 x 13,5 cm. Cartone telato editoriale con sovracoperta; pp. 303, (11). Dedica autografa firmata di Carlo Sgorlon allo scrittore Pasquale Festa Campanile. Edizione originale.
Il mondo contadino del Friuli emerge nella sua pienezza dalle pagine del romanzo Gli dèi torneranno, che, oltre a costituire una delle più affascinanti prove narrative degli anni Settanta, dimostra che lo scrittore friulano non si è fermato alla straordinaria e unanimemente riconosciuta facilità dei propri mezzi espressivi. Sgorlon, che in ciò non somiglia ad alcuno scrittore italiano (ma, se mai, sotto questo profilo si accosta a taluni scrittori dell’America Latina), va direttamente alle profondità mitiche della sua terra. La scoperta non vuol essere un traguardo estetico. Questo Friuli mitico è per Sgorlon il vero Friuli; l’altro, quello della geografia e della storiografia in prosa corrente, è l’illusorio. Sgorlon non sorride con il superiore sorriso dell’intellettuale che manovra i fantocci, né assume la grinta della polemica sociale: per lui, la Natura della sua regione possiede del divino, racchiude presenze invisibili, pronte a manifestarsi se qualcuno fideisticamente le invoca.
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