Della Corte, Carlo: Le terre perse, Milano, Mondadori, 1973, 20,5 x 13,5 cm. Cartone telato editoriale con sovracoperta; pp. 177, (9). Firma autografa di Carlo Della Corte alla prima carta bianca. Edizione originale.
In un’Italia che scopre comfort e welfare e giusto nel mezzo del suo cammino esistenziale racchiuso fra il 1930 e il 2000, della Corte devia verso un dissenso e una condizione di insulare appartato che sente inscritti nel suo destino. Alla lettera si esibisce ormai come scrittore ‘incivile’, male ancorato a un terrain vague che non è più una sua patria; ne Le terre perse (titolo che prende lo spunto dal nome di una zona del Lido prima di Malamocco) in una nota editoriale, indicava in una inciviltà tra virgolette «l’ultimo bunker naturale» dell’autore nei confronti di una civiltà opprimente.
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