Carpi, Fabio: La digestione artificiale, Milano, Mondadori, 1967, 19,5 x 12 cm. Cartone telato editoriale con sovracoperta (segni d’uso alla sovracoperta; uno strappo senza perdite nella parte alta sinistra, vicno al dorso); pp. 271, (11). Dedica autografa firmata e datata (1967) di Fabio Carpi. Edizione originale.
Fabio Carpi, nato a Milano il 19 gennaio 1925, è poeta, romanziere, giornalista, critico cinematografico, sceneggiatore e regista. Rifugiatosi in Svizzera durante la guerra, iniziò ad occuparsi di cinema pubblicando i suoi articoli su “Libera Stampa”. Tornato in Italia, nei primi anni del dopoguerra continuò il suo lavoro sulle pagine de “L’Unità”, finché nel 1951 si trasferì in Brasile, dando inizio ad una nuova attività di soggettista e sceneggiatore. Tornato in Italia nel 1954, si stabilì a Roma, dove continuò la sua attività di sceneggiatore fino alla prima metà degli anni Settanta. Molti suoi lavori, alcuni dei quali firmati in collaborazione, sviluppano temi di grande impegno, spesso lontani da schemi comuni. Meritano di essere ricordati la sceneggiatura di Un uomo a metà (1966) diretto da Vittorio De Seta; quella de Il vedovo (1959, regia di Dino Risi); di Diario di una schizofrenica diretto nel 1968-1969 da Nelo Risi; nonché la sceneggiatura del televisivo L’Odissea (1969, regia di Franco Rossi) e del film Bronte: cronaca di un massacro che i libri di storia non hanno raccontato (1972, regia di Florestano Vancini). Nel 1968 ha esordito come regista televisivo, realizzando il cortometraggio Parliamo tanto di me, che descrive un incontro con lo scrittore, sceneggiatore e soggettista Cesare Zavattini. L’esordio cinematografico avviene nel 1972 con l’amaro e metaforico Corpo d’amore, su un caso d’incomunicabilità fra padre e figlio che assurge a modello dei rapporti fra le generazioni: i due, in vacanza su una spiaggia deserta, si innamorano della stessa donna, rinvenuta esanime su una spiaggia e di cui essi non comprendono la lingua; quando arriva un giovane che riesce invece a comunicare con lei, padre e figlio si accordano e lo uccidono. Spesso i protagonisti dei film di Carpi sono “grandi vecchi”, animati dallo stesso bisogno di sconfiggere il tempo. Il regista milanese ha inoltre alternato la sua attività cinematografica con quella di scrittore, pubblicando diversi romanzi: I luoghi abbandonati, Relazioni umane, La digestione artificiale, Mabuse, Nevermore, Patchwork, Come sono andate le cose.
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